Simone Weil

Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, di famiglia ebraica, dopo la laurea in Filosofia conseguita all’École Normale e alcuni anni di insegnamento nei licei di provincia, spinta dalla volontà di fare esperienza diretta del lavoro di massa operaio, si fece assumere come manovale in un’impresa di costruzioni, poi lavorò per otto mesi come fresatrice, nelle officine della Renault. Finché le sempre precarie condizioni di salute glielo consentirono, la Weil visse del solo salario dato dal suo lavoro. Il diario di questa esperienza, pubblicato postumo come la gran parte delle sue opere, rimane una delle più attente riflessioni sulle dinamiche del lavoro fordista (La condizione operaia, Parigi 1951). Sono di quegli anni anche le sue grandi riflessioni politiche sulla guerra, la libertà, la violenza e l’oppressione sociale. Anni in cui si avvicina sempre più alle tematiche cristiane, guidata in questo dal domenicano Joseph-Marie Perrin. Volontaria in Spagna con i repubblicani allo scoppio della guerra civile del 1936, al suo ritorno si trasferì nel Sud della Francia dove rimase lavorando saltuariamente come contadina fino al 1942, quando da Marsiglia raggiunse New York e, infine, Londra. Morirà nel sanatorio di Ashford, nel Kent, a soli trentaquattro anni, il 24 agosto del 1943. Feltrinelli ha pubblicato Senza partito. Obbligo e diritto per una nuova pratica politica (2013).

La cattura

La cattura

di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia