Francesco La Licata: La follia contagiosa del cecchino

28 Ottobre 2002
Un parà spara a Catania. Con quel nome non può essere un «cattivo ragazzo». Nico Buonpane, si chiama, è siciliano ed ha solo 24 anni. Nico potrebbe essere il diminutivo di Domenico, ma nel dialetto isolano vuol dire anche piccolo. Sul cognome, Buonpane, poi, non è neppure il caso di spendere parole per sottolineare l´evidente contraddizione tra l´assonanza buonista e la storia che ha coinvolto il giovane. Già, perché Nico l´ha combinata grossa: la notte scorsa si è barricato in casa, ha abbassato le tapparelle dell´appartamento del quartiere Librino - edilizia popolare ad alta concentrazione di cemento - ed ha cominciato a sparare ad altezza d´uomo. Aveva litigato col padre, Nico. Vabbè, ma basta per spiegare le centinaia di colpi di «calibro 22» esplosi all´indirizzo dei poliziotti e dei carabinieri che cercavano di rabbonirlo? Ha tenuto sul filo decine di persone, per ore. Ha rubato un´auto della polizia e, inseguito nella notte come in un telefilm americano, ha continuato a sparare tra i passanti del centro storico di Catania, fino a costringere i gendarmi a ferirlo gravemente. Che può essere successo a Nico, buono come il pane? Il ragazzone è caporalmaggiore dei parà e, a dar conto alle agenzie di stampa, avrebbe qualche esperienza nella legione straniera. Una dimestichezza con le armi che gli viene anche dal padre, maresciallo dell´esercito. Tutto chiaro, dunque? Nato per sparare? E se, invece, la trasformazione di Nico fosse da addebitare ad un incontrollabile spirito di emulazione per il cecchino americano, il «veterano» John Allen Williams? Chissà quante volte avrà guardato alla tv i filmati sulla «grande caccia» al reduce che sognava di diventare tiratore scelto. Una botta d´ira, la lite col padre, una fragilità emotiva che gli fa perdere il contatto con la realtà per trascinarlo nella trama vista in televisione. La violenza generata dall´emulazione: non è la prima volta che si evoca. E´ avvenuto, per esempio, durante le indagini per l´uccisione di Marta Russo, quando si ipotizzò che a sparare potesse essere stato qualcuno «contagiato» dalla vista del cecchino del film «Schindler´s List», trasmesso in tv qualche giorno prima.

Francesco La Licata

Francesco La Licata ha cominciato nel 1970 lavorando in cronaca per ‟L’Ora di Palermo” e poi occupandosi delle più importanti vicende siciliane: la scomparsa di Mauro De Mauro, l’assassinio del …