Michele Serra: La noia che logora il potere

26 Gennaio 2003
Nel fiume maestoso di epitaffi su Gianni Agnelli, in mezzo all´ammirazione e all´elogio (a volte) timorato, galleggia una parola fosca e affascinante: la noia. Il re - dicono - ne era preda piuttosto facilmente. E facilmente tentava la fuga, troncando garbatamente le conversazioni inutili (o scomode da approfondire), schivando il peso di un ruolo colossale, inseguendo luoghi, passioni e hobbies disseminati per il mondo come rifugi distraenti e salvifici. E forse, ma è stato scritto solo tra le righe, evitando un´eccessiva assuefazione agli affetti personali.
Ne sortisce l´idea di un uomo intelligente e dispersivo, curioso e fuggiasco. Che subiva lo stile come una disciplina indispensabile, buona per dargli quella dirittura sociale che la responsabilità del potere esige. Ma che viveva con distrazione e forse disagio almeno alcune delle sue funzioni adulte, e dava spesso l´impressione di voler essere altrove. L´elicottero, del resto, lo aspettava nei pressi. E l´idea del potere come sorvolo, se ci pensate bene, è insieme esaltante e desolante, perché se è vero che vedi le cose (le tue cose) dall´alto, è anche vero che sei segnato da una distanza e una solitudine siderali.
Chiedersi che cosa significhi essere stato Gianni Agnelli significa chiedersi, soprattutto, che cosa significhi incarnare un potere così smisurato - e incarnarlo per giunta oggi, nell´evo democratico, vivendo da faraone nel fluido scorrimento, tutto attorno, delle facoltà e dei destini di una massa d´uomini libera e cangiante quanto mai prima.
Il potere: quando gli altri sono sempre e solo dei sottoposti, e ogni loro parola è sospettabile di essere interessata o servile. Quando il denaro è presente in quantità quasi metafisiche, e l´allegria del suo soccorso quotidiano, così nota alle persone normali, ti è ignota. Quando la disponibilità di una donna sfugge sempre al vaglio confortante della fatica di sedurla e di piacerle. Quando ogni genere di amore cessa di prodursi per scelta o per avventura, e si conforma alle necessità dinastiche o alla sottomissione al carisma del maschio Alfa. Quando un figlio è un problema di successione prima di essere una persona. Quando l´assetto familiare è una partita a scacchi così rilevante che la pena e la felicità domestica ne sono appena un oscuro corollario.
Che cosa vuol dire, allora, "noia"? Magari vuol dire chiedersi spesso (rinunciando - per forza - a rispondersi) quale vita si sarebbe vissuta, fuori dall´immane scafandro del potere. E vedere le persone circostanti come maschere, gli incontri come rituali gerarchici, i discorsi come pompa confindustriale o politica o trilaterale, e se stessi come eterne, immutabili icone. La letteratura moderna è ricca di monarchi annoiati, dal re adultero e imboscato di Guido Morselli (Divertimento 1889) al Romolo Augustolo di Durrenmatt che palpita solo per le sue galline: e per entrambi i personaggi la noia è redentrice, libera dalle lusinghe del potere e schiude almeno una porticina alla fuga. E suggerisce la tentazione, insieme pericolosa e leggera, dell´irresponsabilità.
Non è dato sapere con precisione di quale tipo di noia soffrisse (o si giovasse) Gianni Agnelli. Se avesse qualche addentellato con la depressione o la tristezza, per esempio. O fosse solo una forma estrema e difensiva di libertà dal dovere. Certo è che nel gigantesco affresco di questi giorni, monumentale e agiografico, minuzioso e in qualche caso perfino critico, il tratto della noia è forse, almeno per chi scrive, il più suggestivo. Perché lascia intendere l´incompletezza del potere, la sua misura insana, e l´irriducibilità della persona all´abito che la storia e la società le impongono. Inventata e spesa per gli operai di fabbrica, la parola alienazione non spetta forse, come una compassionevole onorificenza, anche a tanti uomini potenti che sotto la crosta dorata dell´esaltazione sentono scorrere il rivolo veridico della noia?

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …

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