Umberto Galimberti: Esistono le donne “ninfomani”?

23 Settembre 2003
La ninfomania, o come dicevano i manuali psichiatrici dell'800 "Il furore uterino", è un prodotto dell'immaginario maschile che teme la sessualità attiva della donna, perché l'uomo si compiace di attivare la sessualità nella donna, ma va in angoscia se la donna attiva la propria sessualità da sé, dando al massimo la sensazione di non essere altro che un oggetto del suo desiderio. Questo tipo di relazione, che gli uomini di frequente instaurano con le donne, è vissuto in modo angoscioso se sono le donne a instaurarlo con loro, perché, di fronte all'intraprendenza femminile, l'uomo si vede collocato in quella condizione di passività in cui ama invece vedere collocate le donne. Infatti, a parità di eccessi sessuali, l'uomo non teme la prostituta perché la sua prestazione è rigidamente regolata dal tempo e dal denaro di cui l'uomo detiene il controllo, mentre teme la donna che attiva la sua sessualità indipendentemente dallo scambio e dalla contrattazione perché, al di fuori di questi due scenari, l'uomo si ritrova senza potere. E siccome un uomo senza potere fa vergogna a se stesso, allora, per salvarsi, non gli resta che iscrivere la donna che lo riduce in queste condizioni nella sfera della patologia e, scomodando la mitologia greca, traduce il fascino di una ninfa in una malattia. Lei mi chiede se ci si può fidare di una ninfomane? Ribalti la questione e mi chieda se ci si può fidare di un uomo che ha paura della sessualità femminile quando questa non è attivata al suo comando e nelle modalità che lui può controllare. Immaginarsi costretto nella presa violenta di una donna che sostiene da sola tutto il peso del desiderio può dare all'uomo quel senso di passività che, per la sua cultura, dovrebbe competere alla donna e allora, vedendosi identificato con le sue componenti femminili, l'uomo prova il brivido dell'omosessualità da cui, terrorizzato, fugge allontanando la donna che gli dà queste inconsce sensazioni. Per non parlare infine del senso di inadeguatezza che può provare l'uomo di fronte al desiderio femminile che si manifesta al di fuori del suo controllo. Annullato come mezzo di appagamento, l'uomo, per recuperare se stesso, non ha altra via che allontanare la donna. E siccome non c'è gesto che non richieda una spiegazione, che cosa c'è di più facile che far ricorso alla patologia e giudicare "malata" ogni espressione che turba il proprio potere e il proprio dominio sulla donna? Alcune definizioni psichiatriche come l'isteria e la ninfomania raccontano molto più delle difese degli uomini nei confronti delle donne, di quanto non dicono delle patologie femminili.

Umberto Galimberti

Umberto Galimberti, nato a Monza nel 1942, è stato dal 1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore associato di Filosofia della Storia. Dal 1999 è professore ordinario …