Giorgio Bocca: La normalità dell'orrore

17 Novembre 2003
Leggendo le carte del brigatista Morandi sulla preparazione dell' omicidio Biagi mi è parso di cogliere l'eco di qualcosa di già udito, anni fa, ma sì, nei giorni del processo Eichmann a Gerusalemme: l'orrore burocratico, «la normalità dell' orrore» come diceva Hanna Arendt. E anche una denuncia dell' opportunismo che cerca di ricondurre alla politica normale, ad uso della politica normale un terrorismo che è fanatismo irragionevole. La relazione del brigatista Morandi è un gioco feroce, la tela di un ragno tra i cui fili si impiglia un piccolo uomo indifeso, il professor Biagi. è come una caccia al tesoro che per Roma, Modena, Bologna arriva all' assassinio di un giuslavorista figurarsi il più improbabile, il più impensabile dei nemici politici, uno che studiava il diritto del lavoro. è un gioco come la battaglia navale, Morandi che tiene sul tavolo un gran foglio quadrettato e indica i punti in cui colpire fino a che, dopo infinite prove, il piccolo uomo indifeso viene raggiunto davanti alla porta di casa, in via Valdonica a Bologna. Esattamente come in quei giorni nel tribunale di Gerusalemme, con Adolf Eichmann seduto nella sua gabbia di vetro, con i quaderni e le matite nere rosso e blu con cui riempiva i quadretti della soluzione finale il numero dei treni e gli orari con cui aveva mandato nei lager milioni di persone, il "capostazione della morte" per cui milioni di piccoli uomini contavano come un' esercitazione logistica. E lo sgomento di noi cronisti del processo che non sapevamo come tradurre in un resoconto leggibile quel preciso, ordinato riepilogo della strage fatta da Eichmann. C' è una sproporzione talmente abissale fra i due omicidi "facili" di D' Antona e di Biagi e la rivoluzione da degradare l' accaduto dal politico al demenziale. Colpisce, fino all' incredulità, il bassissimo livello militare a cui è scesa l' organizzazione che si rifà alla stella a cinque punte che terrorizzò l' Italia per oltre un decennio. Nella relazione Morandi manca solo che si fosse fatto uno studio meteorologico per prevedere se la sera dell' attentato a Biagi sarebbe piovuto dalle parti delle due Torri bolognesi. Il ragioniere della morte studia un attentato a Biagi nell' Università di Modena come il "caso C" elencando nove possibilità di intervento. E annotava: «La situazione è differente a seconda che ci siano degli esami o delle lezioni normali. L' effettuazione dell' azione comporterebbe di entrare nei locali e di raggiungere il soggetto. L' ingresso nell' università richiederebbe di evitare mascheramenti con visibilità della fisionomia dei militanti e ciò significherebbe fornire tracce che potrebbero essere utili al nemico». Seguono le opzioni tutte fitte di particolari: percorsi, uso delle biciclette con o senza il casco, in tempo per prendere il treno per Bologna o quello per Genova, come evitare i traffici legati al traffico della droga. «Il tutto come non si trattasse in ogni caso di raggiungere un uomo disarmato che procedeva in bicicletta. Ma la cautela per Morandi non era mai troppa: «Attenti ai sensi unici delle varie strade circostanti, verificare se la cartina dei sensi unici è corretta. Quanti scooter usare? Portarli da Roma o comprarli sul posto?». C' è da provare un forte sgomento intellettuale paragonando questa accuratissima premeditazione di un tecnico maniacale come il Morandi e il sequestro appeso ai mille imprevedibili di Aldo Moro in via Fani. Non è un caso, a nostro avviso che il Morandi appena fermato, ancora prima di essere interrogato si sia proclamato "prigioniero politico", la ridicola vile premeditazione che conservava nel suo computer per lui era come una tesi di laurea studiata per mesi e finalmente "degna di pubblicazione". Colpisce, stupisce e magari fa cadere le braccia il fatto che le condizioni reali del mondo e del nostro paese possano essere totalmente, sovranamente ignorate da un gruppetto di persone che cospirano contro il nulla. Nei giorni del sequestro Moro a Moretti e compagni sembrò quasi possibile che «la rivoluzione scendesse dal cielo» ma l' idea di scatenarla uccidendo un professore disarmato, la si trova solo nei manicomi. Dalla rivoluzione come fatto concreto organizzato, possibile si è discesi per successivi bacini di raccolta di nostalgici o di inappagati e disadattati fino alla feroce velleità degli assassini fine a se stessi. Ma proprio per questo il terrorismo endemico, strisciante è ancor più pericoloso perché c' è e non si capisce perché ancora ci sia. Come nei film di Bunuel ci sono i terroristi del Sacro Cuore di Gesù.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …