Giorgio Bocca: Una morale rovesciata

24 Novembre 2003
Cesare Previti ha accolto la condanna per corruzione quasi con giubilo, come "il primo passo verso la risalita". Reazione perfettamente consona a un paese dove in fatto di morale e di giustizia tutto è alla rovescia, rispettati e protetti i ladri, perseguiti e vilipesi gli onesti. In una maniera così totale e accettata dall´establishment che vien meno, oltre che il coraggio di protestare, la voglia di starci, in questo pantano.
La vittoria di Previti non è diversa da quella del senatore Andreotti o dell´onorevole Craxi. Un tribunale della Repubblica afferma che l´avvocato Previti è un corruttore di magistrati: un reato fra i più gravi e disgustosi, che mina alle radici la giustizia, il suo funzionamento, la fiducia che in essa hanno i cittadini, il fondamento dello Stato cioè l´eguaglianza dei cittadini di fronte a esso, e poco è mancato che non si sia festeggiato a pasticcini e champagne. Il capo del governo Berlusconi ha subito dichiarato, contro la sentenza, che "Previti è innocente" senza il minimo rispetto dell´autonomia della magistratura, ma questo si capisce da parte di uno che nel semestre in cui è alla guida dell´Europa fa e dice il contrario di ciò che l´Europa pensa e sceglie.
Il segno distintivo ed estremo di questo disfacimento sta nel fatto che non solo pubblici personaggi violano la legge, ma se ne vantano e hanno alle spalle organi di informazione che li considerano come dei vincenti. L´assoluzione del senatore Andreotti a Palermo, assoluzione pesante come una pesantissima onta - assoluzione che ha confermato i rapporti dell´uomo politico con l´Onorata società attraverso mafiosi dichiarati come erano i dirigenti e i finanziatori della sua corrente, i cugini Salvo, esattori di tasse e gli onorevoli Lima e Ciancimino - è stata accolta dagli esponenti della ex Democrazia cristiana che fanno ancora politica come una vittoria del bene sul male, degli onesti sui calunniatori. Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, e anche uno dei leader dell´opposizione, Pierluigi Castagnetti, hanno esultato per la sentenza come fosse riparatrice del buon nome del loro partito, e non la conferma che l´arte del governo dello scudo crociato considerava normali i buoni rapporti con la mafia.
Così è andata e va anche per Bettino Craxi: un tribunale della Repubblica lo ha condannato, una commissione europea ha decretato che il suo processo è stato regolare, un barista di Portofino e la sua amante hanno raccontato ai giudici con larghezza di particolari come fossero stati incaricati di portare al sicuro in Messico alcune decine di miliardi provenienti da aziende di Stato nei loschi traffici fra la Montedison e l´Eni, e non passa giorno senza che si tengano convegni in onore dell´uomo politico e si leghino alla colonna infame coloro che hanno avuto l´empio ardire di accusarlo.
Cosa significa il commento del senatore Previti alla sentenza "è il primo passo verso la risalita"? Significa il suo fiducioso per non dire sicuro convincimento che con l´aiuto del governo e dei suoi amplissimi poteri anche la sentenza di corruzione verrà superata, cancellata. E che il servizio reso sarà ampiamente ricompensato. Spesso si dice che tutto ciò fa parte del nuovo corso mondiale, del dominio incontrastato del denaro che rifiuta ogni controllo, della nuova morale che consiste nella convinzione che il denaro alla lunga vince sempre. Ma non è esattamente così: ci sono paesi come la Germania dove l´onnipotente cancelliere Kohl viene mandato in pensione, come l´Inghilterra deve la corruzione è ancora una vergogna e come gli Stati Uniti che, nonostante Bush e la sua cricca, perseguono gli amministratori disonesti.
Paesi in cui (potremmo accontentarci anche di questo) resiste il rispetto per la legge. Ma dove questo rispetto viene meno è per tutti il pantano e suoi miasmi.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …