Giorgio Bocca: Menzogne di stato

04 Maggio 2004
I generali dell' aviazione accusati di aver mentito sulla strage di Ustica, cioè sul perché cadde in mare il 27 giugno 1980 l' aereo Itavia in volo da Bologna a Palermo, sono stati assolti: i parenti delle vittime piangono e imprecano, quelli dei generali applaudono. Si ripete una delle tragicommedie italiane in cui i potenti hanno regolarmente la meglio sui cittadini. "Questa sentenza", dice l' onorevole Giovanardi, "è l' ennesima prova che le ricostruzioni erano fantasiose". "Erano ricostruzioni tese a coinvolgere i nostri alleati americani in una battaglia aerea che non c' è mai stata", sostiene Giovanardi. "Esse hanno depistato le indagini e reso più difficile colpire i responsabili". Dopo piazza Fontana a Milano, dopo piazza della Loggia a Brescia, dopo tutte le stragi degli anni della tensione l' impunità continua, e continuano le procedure ridicole, offensive per imporle ai sudditi. Immediatamente dopo la strage si spargono le menzogne più incredibili. Sono stati gli anarchici, è stato Gheddafi; per Ustica si è detto che avevano ceduto le strutture dell' aereo, che c' era una bomba a bordo. Poi si confondono le acque, si depistano le indagini, si manovrano i testimoni. E, alla fine, dopo che i decenni hanno messo a tacere il dolore e la rabbia delle vittime, la sentenza a doppio uso, la sentenza andreottiana: sì, è vero, un reato ci fu, i generali mentirono ai governanti, nascosero che nel cielo di Ustica quella notte c' erano, in manovra o in guerra, velivoli dell' alleanza, ma sono passati molti anni e quei reati sono caduti in prescrizione. La tragedia di Ustica è stata la tragedia di un Paese a sovranità limitata, in cui c' è un governo legale, scoperto, controllabile con le leggi comuni e ce n' è uno di fatto le cui azioni sono ingiudicabili e inconfessabili, che risale agli impegni segreti presi nei giorni dell' armistizio. Il segreto su questi patti, uno si è saputo era persino un impegno a non coltivare la soia per non disturbare la concorrenza americana, è sempre stato mantenuto e se ne sono aggiunti altri come il servizio di informazione Echelon che in teoria fornisce all' Alleanza atlantica, cioè agli Stati Uniti, informazioni militari ma che in pratica li tiene al corrente di tutte le operazioni economiche e finanziarie. Che cosa accadde nel cielo di Ustica quella notte non è mai stato precisato dalle indagini. Ma le menzogne, i depistaggi che coinvolsero i più alti gradi della nostra aviazione militare provano che si trattava di fatti scottanti, fatti per cui si poteva chiedere a degli ufficiali di alto grado di mettere a rischio la loro carriera, di mentire. E su questo non ci sono dubbi, la sentenza ammette che almeno due dei generali mentirono, che il reato di alto tradimento ci fu e che solo la prescrizione consente di lasciarli impuniti. Ma dire come Giovanardi che essi "furono sottoposti a un vero e proprio linciaggio privo di ogni fondamento" è cosa priva di senso, il DC9 fu colpito, lo squarcio nella fusoliera non ce lo siamo inventato e ha perfettamente ragione Emma Ongari, che nella tragedia perse un fratello, a dire: "I giudici parlano di prescrizione, ma è difficile di fronte a una sentenza come questa non pensare che ventiquattro anni sono passati invano e che nessuno pagherà neppure per aver detto una bugia. L' amarezza è troppo grande". L' uso della menzogna ha sempre fatto parte fondativa del potere, è stata sempre accettata come un instrumentum regni. Ma la ambiguità del doppio Stato che obbedisce alle sue leggi ma contemporaneamente anche a quelle non scritte, non note, fa sì che il rispetto per la giustizia sia sempre più fragile, più discutibile. E che siano proprio i governanti a minare uno dei fondamenti di una civile convivenza.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …

La cattura

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