Vittorio Zucconi: L'appartamento ripulito

19 Maggio 2004
Fu quando vide il bagno, che a Roweena caddero la braccia. Pare che gli occhi siano lo specchio dell'anima, ma è certo che il bagno è la spia di chi lo usa, non necessariamente con l'anima, e la sala da bagno di quell'appartamento di lusso in Oklahoma City raccontava la storia disordinata di una coppia sciagurata. Nella sua vita di donna delle pulizie a ore, Roweena Eugenia Johnson aveva visto la sua generosa razione di sudiciume, e confusione, ma il bagno che aveva di fronte era da oscar. Come avrebbe detto più tardi, sembrava che uno stormo di gremlin, di folletti dispettosi, si fosse divertito a spargere indumenti, maglie, mutande, calze, asciugamani ovunque, ad aprire e lasciar aperti tubetti di den- tifricio, vasetti di creme, flaconi di pillole e cassetti, a schizzare acqua e altri liquidi ovunque. Come vivevano la loro vita quell'uomo e quella donna che occupavano l'appartamento non era affare di Roweena, naturalmente, e lei era lì soltanto per fare il proprio lavoro, non per fare processi. Ma non si fanno pulizie per venticinque anni, come lei aveva fatto, senza acquisire un certo orgoglio professionale. Saggezza le consigliava di arrendersi davanti a quel campo di battaglia e andarsene, ma non seppe resistere alla sfida. Tirò un sospiro e cominciò a rassettare e riordinare, pur sapendo benissimo, per esperienza, che i padroni di casa neppure le sarebbero stati riconoscenti. Gente che ha tanta poca cura delle proprie cose, raramente ha cura degli altri. Lavorò, spesso china sulle ginocchia dolenti, per più di due ore. Perse il senso del tempo, inseguendo la traccia di sporco tenace nel solco tra le piastrelle della doccia, ripescando le calze spaiate nascoste, raschiando la crosta di sapone rinsecchita. Nella sua agenda di lavoro per quella sera c'erano altri due appartamenti nello stesso condominio da pulire, ma non riusciva, semplicemente non riusciva, a staccarsi dalla quella stanza prima d'averla rimessa in ordine. Non che il resto dell'appartamento fosse molto meglio. La cucina era una porcilaia di piatti sporchi e di scatole di cibo mezze vuote accatastate. Il soggiorno, un campo di battaglia dopo il passaggio di un esercito invasore. La camera da letto, una disgrazia. Roweena puliva, spolverava, passava l'aspirapolvere, riempiva sacchi e sacchetti. E il tempo passava, senza che lei riuscisse a staccarsi da quell'appartamento infernale. E quando i padroni di casa rientrarono, ben oltre la mezzanotte, e la trovarono che ancora cercava di scrostare pentole e piatti dai residui fossili di cibo, ci fu un lungo momento di incomprensione e di reciproco imbarazzo. L'appartamento era lindo e rassettato come non era più stato probabilmente dal giorno in cui quella coppia di inquilini l'aveva affittato, e già questo avrebbe spiegato l'espressione sbalordita sui volti del signore e della signora rincasati. Ma c'era qualcosa di più nel loro sbigottimento. "Non sapevo che avessi assunto una donna per le pulizie", disse lui. "Non lo sapevi perché non ho mai assunto nessuna donna per le pulizia", rispose lei un po' polemica. "E allora, chi è questa?" Già, chi è questa? "Soltanto una che tenta di rimettere un po' di ordine in questa stalla", intervenne Roweena, piccata, alzandosi sulle gambe indolenzite e avviandosi verso la porta, con aria sdegnata, e con i sacchi e sacchetti della spazzatura caricati sulle spalle. Non è nella natura umana, nep- pure in Oklahoma, e neppure nelle femmine della nostra specie, credere istintivamente alla generosità degli altri e fu infatti la signora a fermarla. Forse saranno state l'ora inconsueta per un servizio di pulizia, o forse qualcosa nell'atteggiamento della donna, o magari il famoso "istinto femminile", ma la signora cominciò a frugare nei sacchi della spazzatura, ignorando le proteste della sua benefattrice. Ne uscirono cartacce e scatolami vuoti, spazzatura assortita e rifiuti vari, ma non solo. Tra l'immondizia, ecco una spilla e un orologio d'oro, una collana e una mazzetta di contanti, qualche indumento pregiato e due macchine fotografiche, un discreto campionario di quella che, con deprimente banalità, il rapporto del commissariato avrebbe poi definito "la refurtiva". "Se non mi fossi fermata a ripulire questo schifo di casa, non mi avreste mai trovato, protestò Roweena Eugenia Johnson, esperta di pulizia e ladra d'appartamenti, mentre gli agenti di polizia la portavano via. Aveva perfettamente ragione. Ma è inutile aspettarsi gratitudine dalla gente alla quale fai del bene.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …