Vittorio Zucconi: Una pietra mi ha detto

14 Luglio 2004
Racconta una leggenda indiana, nel senso degli indiani d'America che rifiuto di chiamare "nativi" perché anche mio figlio e i miei nipotini sono "nativi" senza per questo essere indiani e pure gli indiani in fondo erano popoli emigrati in America anche se qualche annetto (diecimila) prima degli altri, dunque, racconta una leggenda indiana che in un villaggio dell'Oklahoma c'era una giovane donna che aveva il dono di raccontare le storie.
Si chiamava Piccola Rondine. Una volta alla settimana, sempre alla sera, attorno a lei, all'aperto nel caldaccio atroce della prateria estiva o sotto il più grande "tipi" quando era inverno (teepee è la storpiatura fonetica in inglese ripresa dai fumetti), la ragazza, approfittando dell'assenza della televisione, della radio e di Internet ancora piuttosto rudimentali alla fine dell'Ottocento, raccontava una storia, come si faceva anche nelle nostre campagne.
Nessuno nella tribù capiva come e dove quella ragazza trovasse tutte quelle sue storie strane, che narravano di animali e di fiori, di gente e di bambini, di odio e anche di sesso, perché gli indiani, essendo stati privati delle radici giudaico-cristiane, erano piuttosto disinibiti in materia.
Era nata e cresciuta in quel piccolo villaggio dell'Oklahoma, dopo che i suoi genitori ci erano stati spediti a calci nel sedere di bianchi insieme con altre migliaia di indiani per sgombrare terre più appetibili e fertili. Non era mai andata da nessuna parte. Non era una guerriera che avesse partecipato a epiche battaglie e duelli gloriosi e potesse inventarsi imprese belliche come Omero e Bush. Non era una "pazza di Dio", invasata dagli spiriti. Era soltanto una ragazza che conosceva una quantità inesauribile di storie e nessuno capiva come mai.
Naturalmente, qualcuno la guardava male. I capi e capetti, che pure ascoltavano con gusto le sue storie, s'adombravano perché la gente del villaggio prestava più attenzione a quello che lei aveva da raccontare piuttosto che ai loro editti ed essendo capi un po' primitivi non avevano pensato a soluzioni moderne, come quella di comperare la ragazza e pagarla per farle raccontare le storie che facessero comodo a loro, come si fa invece nelle società sviluppate e democratiche.
In particolare uno dei sottocapi, Alce Macchiato, che aveva ambizioni di carriera, l'aveva presa a malvolere, forse per via del padre di lei, che era un suo concorrente diretto nella politica del villaggio. Gli indiani, in questo già molto evoluti, erano tormentati da un eccesso di capi, di capicorrente e di partitini, come confermò il grande Toro Seduto dei Lakota Sioux quando disse amaramente che "noi abbiamo perso la guerra coi bianchi perché avevamo sempre troppi capi e mai abbastanza indiani". Chiamò un giovane aspirante guerriero vicino alla sua corrente e gli ordinò di pedinare discretamente Piccola Rondine, per scoprire se la ragazza avesse un suggeritore segreto.
Il giovane la seguì giorno e notte, quando era con le altre donne a cucire le pelli o si allontanava dal villaggio per acchiappare qualche bestiola e far cena. La vide scendere verso un piccolo torrente, dove le donne andavano a lavare e a lavarsi. La spiò mentre si allontanava dal gruppo delle altre e la vide avvicinarsi a una pietra lustrata da millenni di acqua, poi abbassarsi e poggiare l'orecchio sulla superficie liscia e fredda per qualche minuto.
Il sicario di Alce Macchiato ebbe un'illuminazione. Mica per nulla era indiano anche lui. Aveva sentito mormorare la leggenda della "pietra delle storie", di un masso parlante che raccoglieva le piccole memorie umane portate giù dalla pioggia e dall'acqua del torrente e le ripeteva a chi lo sapesse ascoltare.
Poiché era ambizioso, e voleva farsi bello agli occhi del mandante, prese l'iniziativa. Appena la ragazza si staccò dal masso e se ne andò, il giovanotto avvicinò la pietra, cercò di ascoltarla, trovandola muta ai suoi orecchi e scelse una soluzione drastica. Con tutte le proprie forze, e l'aiuto di un grosso ramo, scalzò il sasso, lo spinse, lo fece rotolare sul greto, guardandolo ruzzolare verso le rapide e scomparire sott'acqua. No pietra, no storie.
Ebbe ragione. La solita sera, alla gente che si era come sempre raccolta per ascoltarla, Piccola Rondine svelò il segreto del torrente.
Questa è l'ultima storia che vi racconterò. La pietra che narrava a me le cose che io raccontavo a voi non c'è più, forse una piena l'ha spinta via, forse è stata la mano di un uomo a farla rotolare lungo il torrente, forse è lei che non vuole parlarmi più o sono io che non so più ascoltare la sua voce. So soltanto che la pietra delle storie se ne è andata, disse. E io non ho più storie da raccontarvi.
Neanche io, che pure non sono indiano. Le storie dell'altro mondo finiscono qui.

Vittorio Zucconi

Vittorio Zucconi (1944-2019), giornalista e scrittore, è stato condirettore di repubblica.it e direttore di Radio Capital, dove ha condotto TG Zero. Dopo aver cominciato nel 1963 come cronista precario a …