Giorgio Bocca: Il girone dei dannati

26 Luglio 2004
Giunge notizia dal Ghana che gli immigrati della Cap Anamur, rischierebbero il processo per tradimento. Il tradimento di non voler morire di fame. Simili alle "schiere brune" che passano per i gironi danteschi senza che nessuna forza al mondo, neppure la pietà divina, possa intervenire a fermare le loro sofferenze, la loro sottomissione alle ingiustizie, ai soprusi, alle casualità feroci. La totale perdita di ogni diritto umano, peggio che la schiavitù, la vita tua e dei tuoi cari come una scommessa, una combinazione rara e fortunata di eventi. E gli altri, che un creatore distante e indifferente ha fatto nascere in paesi più felici che stanno a guardare impotenti di fronte al numero degli sventurati, di fronte a una burocrazia che cambia da Stato a Stato, dentro lo stesso Stato. Ho un amico peruviano che ha già un contratto di lavoro di una ditta milanese, che da settimane a Lima chiede il visto per l'Italia e glielo negano con le più strane motivazioni, con silenzi senza spiegazioni. Storie di normale indifferenza. Anche la storia degli emigrati della Cap Anamur è piena di queste scelte sempre crudeli, di rado pietose, del caso. Prendiamo una di queste storie: uno che lavora come un cane per mettere da parte i 2mila dollari che i negrieri chiedono per il viaggio sino alla nave. Al momento della consegna gliene chiedono altri mille. Li trova in qualche modo e agli italiani che hanno fermato la Cap Anamur dice, come gli hanno insegnato, d'essere un sudanese, un perseguitato politico. L'inganno viene scoperto, gli immigrati sbarcati ed espulsi ma i soldi sono spariti e poche ore dopo l'arrivo in Ghana rischiano l'arresto. Mancano i 6 che sull'aereo hanno inscenato una protesta, li hanno fatti scender dall'aereo ma adesso son 4, non più 6: 2 sono spariti per la strada verso il centro d'accoglienza, perché questi sottouomini sono come oggetti, pacchi, la loro sorte può dipendere da un poliziotto pietoso, dal passaggio d'una nube sul chiaror della luna, magari dell'ultimo denaro. Il problema è spaventosamente grande e nessuno nel mondo ricco lo ha affrontato in tempo. Sbalordisce l'annuncio del nostro ministro dell'Interno Pisanu il quale non si sa su quali informazioni, su quali proiezioni ha dichiarato che sulle coste libiche bivaccano due milioni di africani in attesa di raggiungere l'eldorado europeo. Due milioni oggi o 2 nei prossimi anni? Lasciati entrare da un governo libico che può avere numerose ragioni, economiche e politiche, per tenere l'Europa sotto quella minaccia, sotto quel ricatto. Una burocrazia dalle cento lingue, dai cento regolamenti, che ha interessi diversi. Ci sono Stati come l'Australia, gli Usa, il Canada, dove l'immigrazione dal Sudamerica o dal Far East asiatico è anche superiore numericamente. Ma hanno riserve di spazio enormi, hanno più di noi bisogno di manodopera. L'annuncio clamoroso del ministro Pisanu si spiega come una sollecitazione ai paesi europei di dedicare al fenomeno, che sta assumendo aspetti di catastrofe naturale, maggior attenzione. La valanga immigratoria come uno degli elementi della crisi della democrazia, dello smarrimento della politica in corso negli Stati ricchi e moderni. Ci sono sfide come l'immigrazione, come le epidemie, come il terrorismo che le democrazie, gli Stati di diritto non sanno come affrontare. Donde il confuso governo delle paure e delle angosce da mutamento. Sotto varie forme, con vari metodi e sistemi il governo del mondo ricco consiste nel governo, spesso inutile, delle paure.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …