Giorgio Bocca: Se il centrosinistra non vuole vincere

20 Maggio 2005
A leggere le cronache delle elezioni di Catania l´impressione è che arrivino da un altro pianeta, da un altro tempo. Il candidato vincente Scapagnini racconta che durante la campagna elettorale non ha esercitato le sue qualità virili ‟perché la sua adrenalina era tutta occupata dalle vicende politiche e non da quelle altre”. E lasciava capire quali. E per concludere in bellezza: ‟Comunque le elezioni le vince ‘chi è coluto’”. Che cosa signor sindaco? ‟Chi ha del culo. Senza culo non c´è carisma che tenga”.
Marcello Dell´Utri il numero 2 di Forza Italia, il vice Berlusconi interrogato dai giornalisti sui suoi pronostici pessimisti per la sua parte spiega ‟Era una scaramanzia. Lo faccio sempre anche quando gioca il Milan!”.
I cronisti chiedono al candidato dell´Unione sconfitto, Bianco: ‟Come mai i sondaggi la davano vincente con uno scarto del 20 per cento e invece ha perso?”. Risponde: ‟Negli ultimi giorni c´è stato un massiccio spostamento dei voti”. ‟Ad opera di chi?”. ‟Abbiamo ricevuto centinaia di segnalazioni di brogli. Comunque faremo una opposizione democratica”. Chi ha girato per i seggi elettorali del quartieri popolari racconta che sui tavoli c´erano centinaia di schede aperte attorno a una ressa di persone urlanti armate di matite.
Sai a che serve fare con quelli una opposizione democratica? Sui sondaggi sbagliati si sentono le più raffinate spiegazioni che sembrano uscite dalla penna sottile di Sciascia: le previsioni che davano a Bianco un netto vantaggio sono state diffuse ad arte da uomini del centrodestra per diffondere la paura del disastro, di Berlusconi costretto a dimettersi. Tesi incomprensibile oltre lo Stretto, ma che può essere compresa in una città dove il 50 per cento degli elettori vive di sussidi regionali o statali, atterriti all´idea che il quadro del potere clientelare stesse per crollare. Sta di fatto che nei quartieri popolari, come avviene da sempre, i poveri hanno votato per i ricchi o per i loro amici, dodicimila voti sono andati in massima parte ai ribelli ex Udc, il nuovo partito di raccolta che si dice autonomista ma non si sa bene di quale autonomia visto che qui si campa di sussidi che arrivano dalla Regione o dallo Stato che è la stessa cosa.
Chi è contento delle elezioni catanesi? Sicuramente la Casa delle libertà e il centrodestra in generale che dopo dodici batoste elettorali ha potuto rialzare la testa. Non è una gran vittoria visto che comunque la metà dei catanesi ha votato per il centrosinistra: questa è la regione dove alle passate elezioni la Casa delle libertà ha vinto in 61 collegi su 61, cifre bulgare che il paese Italia ha accettato senza scomporsi, e che nelle attuali amministrative ha visto uno spostamento contrario da 35 a 5 punti di svantaggio per il centrosinistra. Per cui sembra lecito dire che questo elettorato è un gregge che si sposta a seconda delle promesse elettorali e del vecchio trucco, vecchio quanto l´unità d´Italia, d´inventare all´ultima ora dei partiti autonomisti per sbaraccare i vecchi schieramenti e ricattare lo Stato.
C´è qualcosa di funereo nel tripudio dei vincitori e nella rassegnazione degli sconfitti. Il vincitore delle elezioni, il sindaco uscente Umberto Scapagnini, sembra uscito da un avanspettacolo di Ciccio Ingrassia: ‟Il segreto del mio successo? Ho avuto un avversario che notoriamente porta sfiga. Tutti coloro che si sono candidati con lui, specialmente i professori universitari sono stati suonati. Io ho fortuna, sono l´uomo delle quattro c, l´ultima delle quali si chiama culo!”. Il suo compagno di successo, l´ex democristiano Lombardo pensa subito a farsi pagare il conto. ‟Berlusconi ha preso degli impegni con la Sicilia. Ha 11 mesi per farli rispettare. Poi decideremo dove andare, non posso escludere nulla”.
La franchezza brutale di questo esponente politico, andremo dalla parte di chi ci pagherà di più, ripropone il secolare problema della democrazia italiana: bisogna comunque accettare i prezzi della peculiarità italiana? Bisogna comunque fare politica, fare democrazia anche nelle sei regioni dove la malavita organizzata partecipa al potere? Gli ottimisti per scommessa o per utopia dicono di sì, Massimo Cacciari è del parere che la sconfitta di Catania sia stata salutare per il centrosinistra, gli abbia ricordato che la partita con Berlusconi non è vinta, che i mesi che ci separano dalle elezioni politiche sono lunghi e che le sorprese tipo Catania sono dietro l´angolo. Ma se così, all´evidenza, stanno le cose, risulta chiaro che le divisioni della sinistra, le questioni di orgoglio e di rivalità che dividono l´Unione di Prodi dai dirigenti della Margherita sono autolesionismo puro che rischiano di provocare inevitabilmente la sconfitta generale. Ed è inquietante il pensiero di tenerci per altri 5 anni Berlusconi a causa della competizione tra Margherita e Ds. Ai contendenti si potrebbe dire: "Se questa assurda polemica vi piace, continuatela pure, ma dopo le elezioni vinte una buona volta con semplice buonsenso".

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …