Giorgio Bocca: Tra malaffare e sprechi l'Italia che non va

26 Agosto 2005
Ai campionati mondiali di Helsinki lo sport italiano ha fatto una figura penosa, una medaglia e prestazioni indecenti, atleti che disertano le gare. È un caso? Nel calcio un marciume incontenibile assurdo. Presidenti di società, come quelli del Perugia, del Genova, del Torino, che pur essendo imprenditori di successo frodano il Fisco per decine di milioni, comperano le partite, anche se hanno le squadre più forti, gli allenatori migliori.
Giocatori pagatissimi fanno soldi con le scommesse clandestine, cioè ingannando le loro società, i tifosi e persino gli amici e i parenti. È notorio che i mercanti di giocatori di calcio hanno messo su delle organizzazioni schiavistiche e il giocatore che si rifiuta di entrare nella loro combine può giocare ‟nel giardino di casa sua”. C'è una regola di gran moda fra gli imprenditori rampanti: ‟Fare squadra”. In pratica vuol dire fare clan, fare cosca, fare compagnia a delinquere.
Sarà un caso, ma questo sport corrotto se ne torna dai campionati mondiali di Helsinki con la magra più umiliante della sua storia. A Napoli, ma anche a Milano, medici e farmacisti fanno a gara a chi ruba di più. Non medici di seconda fila, non farmacisti poveri, ma primari di fama, commercianti affermati.
Nel trasporto dei rifiuti industriali la differenza fra le imprese legali e quelle mafiose o camorriste è praticamente inesistente, dal Garigliano al Tevere rubano sui rifiuti nucleari, ufficiali di Stato maggiore, banchieri come capi bastone e pregiudicati di bassa leva. Da tutte le province del Meridione è in corso la fuga degli ammalati di cancro verso il Nord. I politici discutono di nuovo di questione morale dopo aver tentato di sotterrare Mani pulite. E si accorgono che la situazione è peggiorata, che la politica si è trasformata in lobby affaristica, non più corruttrice dell'imprenditoria e della finanza, ma parte integrante e motrice della corruzione. Sono i politici che moltiplicano le spese e le tangenti con un aumento continuo dei posti e delle retribuzioni.
Pare ormai dominante una concezione statale dell'economia: è la finanza pubblica che deve provvedere alla crescita continua delle prebende. Si vende lo Stato a pezzi con una operazione chiamata cartolarizzazione, ma buona parte degli incassi finisce nelle tasche degli immobiliaristi che hanno amici nella pubblica amministrazione.
È sorta una generazione di milionari che hanno acquistato palazzi e case a prezzi stracciati e li hanno subito rivenduti a prezzi altissimi. Nessuno ha capito perché mai la pubblica amministrazione abbia rinunciato a fare in proprio questi affari colossali e secondo quali criteri abbia scelto gli immobiliaristi.
È passata una legge truffa, la legge che progetta grandiose opere pubbliche senza avere i soldi per costruirle e ha coperto il suolo di cantieri che non si sa quando avranno compiuto le loro opere. Si è assistito in questi anni al più grande spreco di cemento armato, le opere per l'alta velocità ferroviaria, i raccordi, i ponti, le trincee hanno sventrato la pianura fra Torino e Novara. Tutti progettano nuove strade inutili, adesso è la volta dell'autostrada Parma-Mantova che risponderebbe a questa urgente necessità economica: convogliare i turisti tedeschi verso la Cisa, cioè verso la Riviera ligure di levante già affollatissima. Secondo il principio assurdo di investire dove la congestione è già massima. E con la Parma-Mantova dovrebbe arrivare anche la seconda autostrada del Nord, da Brescia a Novara, con altri fiumi di cemento.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …