Gian Antonio Stella: Aida, Anna e le altre. Silvio premier playboy

21 Ottobre 2005
Non lo sapessimo concentratissimo sul Bene del Paese, avremmo il dubbio che il Cavalier Caliente abbia la testa altrove. Da due giorni va a parare sempre lì. Prima ha fatto l’occhiolino su Anna Falchi: ‟Macché povero Ricucci, ha una cosa che tutti gli invidiamo!”. Poi, per fare amicizia col petroliere rosso Chávez, ha composto il numero di Aida Yespica, la mora venezuelana de ‟L’isola dei famosi”, e ha allungato il cellulare: ‟Hugo, un’ammiratrice ti vuol parlare”. Quindi ha riso con un gruppo di donne sulle tre ‟t” di Cremona: ‟torrazzo, tette, torrone”. Per finire ha spiegato che votando contro le ‟quote rosa” elettorali i maschi hanno agito ‟per legittima difesa: alcuni deputati han fatto i calcoli: già rischiamo molto passando al proporzionale, se poi ogni tre di noi mettono una signora...”.
Scherzava, si capisce. Sa che le sue belle glielo permettono. A un altro caverebbero la pelle. A lui perdonano tutto. D’aver fatto eleggere 13 donne su 168 deputati (7,7%), 5 su 75 senatori (6,6%) e 1 su 16 parlamentari a Strasburgo, percentuale umiliante rispetto alla media europea del 29,9%. Di averne portate al governo 8 su 98, pari a un 8,1%, ridicolo rispetto ai Paesi nordici o alla Spagna. Di non avere esercitato su questo tema quell’autorità che in certi casi, rogatorie o legge Cirami, ha fatto della destra italiana una falange compatta. Tutto perdonato. Gabriella Carlucci, dopo la catastrofe sulle quote rosa, ha palpitato: ‟Ringrazio il presidente Berlusconi per l’appoggio morale con il quale ha sostenuto finora questa causa. Noi donne azzurre rimaniamo sue alleate fedeli”. E la stessa Stefania Prestigiacomo, che pure era fuori dalla grazia di Dio per l’imboscata maschilista, ha sorvolato ieri sulla ‟legittima difesa” (‟legittima”, sic) per dire: ‟Credo che le donne italiane abbiano il diritto di vedere riparata l’offesa subita alla Camera. Per questo ho chiesto che un istante dopo l’approvazione della legge elettorale venga avviato l’iter di un disegno di legge che introduca le quote. Berlusconi è d’accordo”. Ha detto infatti: ‟A noi le signore, soprattutto belle, in Parlamento ci piacciono molto”. Mal che vada, le manderà un immenso mazzo di rose. Una parure. O un anello d’oro con un gran diamante da posarci le labbra al prossimo baciamano. ‟Scusa, cara...”.
Nessuno in Italia amoreggia e gioca con le donne come lui. Ogni occasione, le parole giuste. Ha davanti le casalinghe? ‟Anch’io sono stato un po’donnina di casa, quando studiavo ed ero un ragazzo di famiglia, buttavo giù la polvere e ogni tanto facevo la spesa. So quanta fatica ci vuole per lavorare a casa, per creare un clima di serenità quando il marito torna...”. Inaugura la Messina-Palermo? ‟Ah, la Sicilia! Avete la storia, il sole, un’ambiente straordinario, testimonianze di un passato glorioso... E poi, ragazze così belle!”. Si lagna per la lentezza del Parlamento? I senatori tirano in lungo l’iter delle leggi perché devono dimostrare ai figli e alla moglie che non vanno a Roma solo perché hanno l’amante. Però sopra i 400 chilometri l’amante non conta. Come si dice a Napoli, ‟‘A commare nun è peccato”. Taglia il nastro al ‟Costa Smeralda”? ‟Ah, l’aereoporto di Olbia! Splendido! Rasenta il lusso. E poi, bellissime ragazze che fanno la felicità dei passeggeri maschi in arrivo e in partenza!”. E via così. Visita Alassio? ‟Penso ancora al "muretto" quando io, a quei tempi un vecchio playboy, vedevo tutte quelle belle ragazze... Parlando col sindaco gli ho chiesto se fossero ancora così belle, mi ha detto che oggi sono purtroppo tutte rifatte. Mah... Anch’io mi sono rifatto i capelli”. Va al congresso di An? ‟Ma che belle gambe, che vedo nelle prime file!”. Vuole spiegare perché il Polo si è incaponito sulla legge sul legittimo sospetto? ‟È un diritto dei cittadini rivolgersi alla Cassazione se l’atmosfera non fa presagire che ci sia un giudizio imparziale. Magari qualcuno ha fregato la fidanzata al presidente del tribunale. A noi succede: siamo tombeur de femmes. Mai di un amico. Però, di un magistrato, è decente...”. Tira la volata alla Colli? ‟Votate l’Ombretta: è brava, l’è una bela tusa e canta bene”. Prende la parola alla Fao sulla fame? ‟Un saluto a tutti voi, in particolare alle belle delegate!”. Quella volta, a dire il vero, alcune straniere si scandalizzarono: non era il caso, visto il tema. Lui ha tirato diritto. Offrendo il meglio nei rapporti internazionali. Va a Wall Street per incontrare i businessmen e ammicca: ‟Un altro motivo per investire in Italia è che oltre al bel tempo e alla bellezza del Paese, abbiamo anche bellissime segretarie”. Va in Romania, spiega che ha avuto una fidanzata romena e sorride: ‟A me i capelli sono caduti per le troppe fidanzate”. Parla delle relazioni con Parigi? ‟Non sono popolare tra i giornalisti e coloro che ne subiscono il fascino, ma tra i francesi sono popolarissimo: basta contare le fidanzate che ho avuto lì”. Riceve Sali Berisha? ‟Sì, questa volta in Albania ci vengo. I socialisti di prima non mi avevano presentato mai una bella ragazza!”. Riceve gli imprenditori turchi? ‟Sono con voi: da giovane ho avuto una meravigliosa fidanzata turca”. Ogni tanto, c’è chi sbarra gli occhi. Come fece con Tarja Halonen, quando lui se ne uscì: ‟Per portare l’authority alimentare a Parma ho rispolverato le mie doti di playboy col presidente finlandese”. Helsinky s’indignò, convocò l’ambasciatore, piantò un casino. Lui sospirò: ‟C’è una generale mancanza di umorismo”. Lo stesso mancante al cronista del Kommersant che descrisse la visita allo stabilimento Merloni di Lipetsk: ‟Il premier italiano era particolarmente attivo. Era chiaro che aveva un obiettivo. Ha detto a Putin: "Voglio baciare la lavoratrice più brava e più bella". Aveva già individuato la sua vittima. Si è avvicinato a una donna grande come la Sardegna e con tutto il corpo ha fatto il gesto tipico dei teppisti negli androni bui dei cortili, quando importunano una ragazza che rincasa. Lei s’è scansata ma Berlusconi in passato deve aver fatto esperienza con donne più rapide di questa: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha iniziato spudoratamente a baciarla in faccia”. Dura la vita, a tirar su il prestigio mondiale dell’Italia...

Gian Antonio Stella

Gian Antonio Stella è inviato ed editorialista del “Corriere della Sera”. Tra i suoi libri Schei, L’Orda, Negri, froci, giudei & co. e i romanzi Il Maestro magro, La bambina, …