Giorgio Bocca: Le nevi del principe Gianni

05 Giugno 2006
Fra noi possiamo dircelo: le Olimpiadi a Torino sono state un regalo di Gianni Agnelli alle montagne di suo padre Edoardo e sue: la Val Chisone e il Sestriere, Sauze d' Oulx, Cesana, Claviere e, per fare buon peso, anche Bardonecchia. Me la ricordo bene quella corte: un mattino di gelo e di neve farinosa, eravamo alla partenza della discesa di Rio Nero. Gianni per noi non era un ricchissimo, ma il principe, l' erede al trono; invece della corazza portava alla gamba, che si era rotta, uno stivaletto a fibbie, di pelle scura, elegantissimo. Attorno a lui non dei ricchi qualsiasi, ma la corte: i Nasi e i Christillin, i Sambuy, i Robilant, i Camerana, il Carle, cognato di Pininfarina, e anche qualche ‟nave scuola”, come venivano chiamate le belle donne sportive e di coscia facile. Attorno i maestri di sci del Sestriere, come dei guardiacaccia pronti ad alzare pernici e a spingere camosci davanti al fucile di sua altezza. Per quelli della mia generazione e del mio luogo di origine, una shangrilà invernale, un miraggio, lassù ai duemila del colle, quegli alberghi a torre sfavillanti di luci nella notte e il vuoto attorno, le cime del Sises e del Triplex, sullo sfondo le montagne del Monginevro e poi la douce France. Lo scempio edilizio sarebbe avvenuto negli anni Sessanta - quante bocche da accontentare a quella corte - quando Sestriere divenne uno degli affollati paradisi della Torino industriale assieme a Sanremo e Alassio. Ci andavano per promuoversi tutti, anche i "garga", anche quelli della mala. Un giorno mi mostrarono il condominio dove avevano un alloggio il Fallarini che aveva ucciso il marito della sua amante, la Giubergia, notizia che l' ingegnere Fiat passava subito alla moglie: ‟Ma hai letto su La Stampa del Fallarini e della Giubergia? Avevano un alloggio qui, cinquanta metri dal nostro”. Le prime funivie del Piemonte furono quelle del Sestriere, le guardavamo sulle fotografie dei giornali noi che dalle nostre parti, Monte Moro a Frabosa o Limone Piemonte, dovevamo accontentarci degli slittoni tirati da una fune di acciaio che si fermavano sempre a metà pistone e ripartivano a strappi. C' era un principe ereditario allora e c' erano nello sci dei paladini, dei cavalieri dal casato famoso, i Rodighiero di Asiago, i Ramella Paja Delfo di Oropa, i Gerardi della Valle Stura, i Compagnoni della Valfurva, i Lacedelli di Cortina, i Demetz della Val Gardena e i Marcellin del Sestriere con cui commisi sacrilegio. Erano già famosissimi, correvano il Kandahar, scendevano come fulmini, ma al campionato avanguardisti sciatori di Asiago la pista era lunga solo un chilometro e rettilinea, senza un salto, senza una curva e io che la feci con i miei sci da fondo ben paraffinati arrivai prima di un Marcellin, non so se quel Marcellin che poi comandò la grande battaglia di estate della Val Chisone quando mandò il maestro Serafino Griot a portare la risposta al Waffen grenadier brigadier Ss: ‟A votre invitation de parlamenter, je reponde: nos montagnes sont à nous”. Guardavamo le luci del "Passero d' argento", l' albergo di Claviere dove era in vacanza Assia Noris, la diva dei telefoni bianchi. Una sera, in una delle torri, ballai lo spirou con Lucia Bosé che era bella e robusta e mi spostava di peso con le spallate della danza. Poi arrivava Hans Noble, il maestro dei maestri di sci che scendeva dal Sises diritto e lo chiamavamo "l' arcangelo delle nevi" e quel mondo fatato, che ora chiamano comprensorio, arrivava fino in Francia, saliva fino ai forti che noi e i francesi avevamo costruito in cima alle montagne o nelle valli con nomi bellissimi. Lo Chaberton, Exilles: forti mai serviti a qualcosa, come in genere i forti. Come quello di Bard che sbarrava la valle di Aosta, ma Napoleone ci arrivò dal Gran San Bernardo, aspettò la notte e la passò su uno dei fianchi della montagna, diretto a Marengo.

* Questo articolo di Giorgio Bocca fu pubblicato da "Repubblica" il 20 giugno 1999 per l' assegnazione dei Giochi invernali del 2006 a Torino.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …