Per il futuro del Sudafrica. Intervista a Nadine Gordimer

15 Luglio 2014

di Alain Elkann, tratta da “Specchio”, 27 gennaio 2007

Signora Gordimer, lei ha più volte affermato: “Le parole sono il mezzo che ho sempre usato per comprendere il mistero dell’universo”. È la sua missione?
Penso che essere uno scrittore sia cercare di scoprire il mondo. Cosi, per capire il mio mondo e comprendere la mia ricerca bisogna leggere i miei 22 libri... Credo che le persone che sono religiose abbiano altri modi e mezzi: io invece sono atea e devo trovare i mezzi che più mi si addicono.

Il titolo del suo ultimo romanzo pubblicato in Italia è Sveglia e il protagonista, Paul, è un ecologista. Quella ecologica è la sua ultima battaglia?
Sì. I temi ecologici mi preoccupano molto. Generalmente il futuro è sconosciuto, nel nostro caso invece sappiamo benissimo che cosa stiamo facendo, che cosa stiamo distruggendo del mondo che ci circonda.

Torniamo al suo Paese e alla sua lotta contro l’apartheid.
È stato straordinario veder risolvere il problema dell’oppressione senza una guerra civile. C’erano grandi leader nella popolazione nera, Mandela e molti altri, e dobbiamo ringraziarli per l’epilogo pacifico di un tempo segnato dalla violenza.

Lo ha detto in tante interviste: vedere bambini bianchi e neri andare mano nella mano per strada...
E anche innamorati di diverso colore che si baciano nei parchi, che si amano. Tutto questo non sarebbe stato possibile, oggi sì.

È tutto così tranquillo?
Ci sono piccole minoranze di bianchi che non riescono ad accettare quello che interpretano come una sconfitta, ci sono alcuni neri che non si rendono conto di che cosa fosse veramente l’apartheid, e vorrebbero che tutto fosse più veloce... Ma sono passati solo undici anni, e per una democrazia undici anni sono pochissimi.

Che paese è, oggi, il Sudafrica?
Fa completamente parte del mondo e dei suoi problemi. lo vedo il futuro del nostro Paese con ottimismo. Ma sono anche realista, e so che ci sono questioni specifiche: abbiamo molta disoccupazione, c’è il grandissimo problema dell’Aids...

Un altro fronte su cui si è impegnata parecchio.
Ho voluto realizzare un’antologia di racconti i cui diritti vanno alle cure contro questa terribile malattia. La mia idea era che noi scrittori dobbiamo, possiamo fare la nostra parte. Ho contattato tra gli altri Claudio Magris. Günter Grass,
Garcìa Màrquez, Carlos Fuentes e anche Woody Allen. Circa venti scrittori hanno scritto bellissimi racconti per questa iniziativa. L’antologia è andata bene, abbiamo messo insieme una bella somma di danaro da destinare alla lotta contro la nuova peste. Un tempo erano i topi a portare la malattia, sulle navi, ma il flusso di navi non era niente comparato a quello degli aerei, oggi!

Lei che cosa sta scrivendo?
Ho appena finito un libro di racconti, verrà pubblicato in Inghilterra alla fine dell’anno. C’è anche un racconto dedicato a un mondo passato: quello della madre di mio marito.

Ci dica qualcosa di più.
Il titolo del racconto è Una donna frivola. È difficile che io scriva qualcosa che non fa parte della mia vita. Intendiamoci: io non scrivo della mia vita, i miei personaggi sono lontani da me. Mi sono messa nei panni di uomini anziani quando ero giovane e oggi in quelli di persone molto più giovani di me, ma gli scrittori parlano sempre di quello che sentono e di quello che vedono intorno.

È fiera del Premio Grinzane Cavour che le è stato consegnato
a Torino la settimana scorsa?

Ho avuto molti premi, tra cui il Nobel nel 1991. Più che fiera, devo essere riconoscente: è molto gratificante il fatto che il proprio talento venga riconosciuto.

Nadine Gordimer

Nadine Gordimer (1923-2014), nata nel Transvaal, in Sudafrica, premio Nobel per la letteratura nel 1991, ha pubblicato con Feltrinelli: Un mondo di stranieri (1961), Occasione d’amore (1984), Un ospite d’onore …