Vanna Vannuccini: Il giallo del generale iraniano rapito o fuggito in America

07 Marzo 2007
Un generale delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, che era stato vice ministro della Difesa nel governo Khatami, è scomparso in Turchia senza lasciar traccia. Ha chiesto asilo negli Stati Uniti? Quanto sa del programma nucleare iraniano? Lo sconcerto a Teheran è grande.
Per giorni le autorità iraniane hanno taciuto, mentre la stampa turca e quella israeliana si lanciavano in speculazioni azzardate sulla biografia e la sorte di Ali Reza Asghari, 63 anni, scomparso a Istanbul il 7 febbraio. Solo ieri Teheran ha ammesso che dietro la scomparsa si profila un complotto internazionale. Il capo della polizia Ahmadi Moqaddam ha accusato l´Occidente: sono stati i servizi occidentali a rapire il generale, ha detto all´agenzia Irna: ‟È probabile che l´abbiano rapito per le sue attività nella politica di difesa”. Il ministero dell´Interno turco non ha commentato le sue dichiarazioni, limitandosi a dire che sono in corso le indagini. La confusione permane. I fatti accertati sono che il 7 febbraio 2007 il generale in pensione dei pasdaran era arrivato a Istanbul proveniente da Damasco - ‟una visita privata” secondo il capo della polizia iraniana. Aveva preso una camera in un albergo sul Bosforo, poi era uscito senza dare più notizie di sé. Dalle prime indagini della polizia turca era risultato che non aveva lasciato la Turchia, né che c´erano indizi che potessero far pensare a una malattia o a un decesso. Secondo il quotidiano Hurryet il generale conosce a fondo le ambizioni nucleari dei pasdaran e per questo sarebbe stato rapito da agenti americani a caccia di informazioni, mentre l´Onu si accinge a discutere nuove e più pesanti sanzioni contro l´Iran.
Hurriyet attribuisce a Asghari anche un ruolo di collegamento con gli Hezbollah libanesi; mentre un altro giornale turco, Milliyet, citando fonti anonime dei servizi d´intelligence turca, aggiunge che il generale è un oppositore del governo di Ahmadinejad. Il giornale arabo Al-Sharq Al Awsat invece ha parlato ieri, citando ‟alti funzionari”, di defezione volontaria: Asghari avrebbe fatto perdere le sue tracce poche ore dopo l´arrivo a Istanbul per chiedere asilo agli Stati Uniti. Con lui ci sarebbero stati anche la moglie e i figli. Secondo il sito d´inteligence israeliano Debka, Asghari sarebbe stato il capo delle operazioni clandestine iraniane in Iraq, mentre il britannico Daily Telegraph lo collega addirittura alla scomparsa vent´anni fa di un pilota israeliano che Israele ritiene sia ancora in mano iraniana.
E proprio Israele, nel timore di rappresaglie, ha rafforzato la protezione delle proprie ambasciate.
La contraerea iraniana intanto si prepara per il ‟worst case scenario” nella contesa nucleare, con un´esercitazione a Isfahan, dove sono gli impianti per la trasformazione dell´uranio destinato all´arricchimento. ‟La nostra difesa deve essere pronta per permetterci di raggiungere i nostri obbiettivi nazionali”, ha detto il ministro Najar. ‟Un attacco renderebbe gli iraniani ancora più decisi sul programma nucleare”, ha ammonito il caponegoziatore Larijani.
Ma si rafforzano all´interno le voci contrarie alla linea dura di Ahmadinejad. Ancora una volta è Rafsanjani a parlare: ‟Abbiamo dato un periodo di prova al governo per concretizzare le sue promesse ed è tempo che il Consiglio per gli interessi dello Stato (che lui stesso presiede, ndr) entri in scena per sovrintendere all´opera del governo”.

Vanna Vannuccini

Vanna Vannuccini è inviata de “la Repubblica”, di cui è stata corrispondente dalla Germania negli anni della caduta del Muro. Ha seguito le Guerre balcaniche, lavorato in diversi paesi e, …