Giorgio Bocca: Lo zar al bagaglino

05 Maggio 2008
Berlusconi ha vinto, a ‟mani basse” le elezioni, ed è l'uomo più ricco d'Italia, anche se i Ferrero della Nutella e Leonardo Del Vecchio degli occhiali in miliardi sono più ricchi di lui, ma lui è il capo del governo, e la politica è il più potente moltiplicatore di ricchezza che si conosca. Anche in antico, del resto: Cesare, carico di debiti, con un consolato si rifaceva il patrimonio, e accettava come socio nel triumvirato Crasso perché era ricco a centinaia di milioni di sesterzi, accumulati con la più spregiudicata speculazione edilizia: arrivava a far incendiare interi quartieri per poi poter ricostruire nuovi caseggiati grandi il quadruplo.
Dunque, vinte le elezioni, il nostro Silvio, ‟ma per fortuna che Silvio c'è”, come canta un suo ammiratore, ha invitato in una delle sue ville in Sardegna lo 'zar' Vladimir Putin, che è uno degli uomini più potenti del mondo, e come i suoi predecessori, Stalin o Andropov, dispone della Gpu, o Nkvd, cioè dei poliziotti con il cappotto lungo fino ai piedi che all'alba bussano alla porta di casa tua, ti danno giusto il tempo di toglierti il pigiama, ti portano via e, se ti va bene, parenti e amici ti rivedranno in fotografia al processo, se no scompari per sempre.
Insomma, lo zar Putin viene a trovare Silvio in Sardegna, e cosa gli ha preparato il suo ospite e amico? Una serata con le ballerine e i comici del Bagaglino, un teatrino romano di avanspettacolo, del tipo qualunquista becero, che ogni sera ha come spettatori la crème del generone capitolino.
Avete notato l'ossimoro? Crème e generone, i contrari che si accordano. I due fra i più potenti e ricchi del mondo assistono allo spettacolo in una villa sempre protetta a spese dello Stato da decine di carabinieri. In antico si faceva anche di meglio: ai tempi di Tiberio dopo il festino i giovani ospiti venivano gettati in mare dai dirupi di Capri.
A farla breve il vecchio moralista che sono racconta il festino ai figli e nipoti venuti a trovarlo, e loro mi ascoltano senza condividere il mio stupore per le ballerine e i teatranti. La faccenda pare loro normale, anche loro forse sono dell'idea che nella privacy tutto sia lecito. Lo scandaloso per loro è altro: che Putin sia venuto in Sardegna dall'amico Silvio, non solo per divertirsi in vacanza, ma per combinare grandi affari di Stato: i rifornimenti di gas all'Europa, un aiuto dell'Aeroflot russa ad Alitalia, la partecipazione alla cerimonia inaugurale alle Olimpiadi in Cina. E osservano che Putin non era ancora stato nominato primo ministro, e nessuno dei due era legittimato dai rispettivi parlamenti. I giovani sono sconcertati, non capiscono come i due potenti possano comandare il mondo ignorando le istituzioni solo perché sono amici, come oggi in politica due signori ricchi e potenti possano, solo perché amici, decidere per conto di milioni di cittadini. In Russia e in Cina chiamano questo modo di governare ‟democrazia rinnovata”, adatta al mondo globale.
Ma il vecchio moralista resta del suo parere: le scorrettezze istituzionali non lo preoccupano più di tanto, quel che gli sembra un segno di questo tempo balordo è che Putin, l'erede della Rivoluzione di Ottobre, del terrore staliniano, ma anche dei generali e dei soldati che hanno vinto la Seconda guerra mondiale, un personaggio che partecipa al governo del mondo, non trovi di meglio per distrarsi che volare in Sardegna per ascoltare le canzonette del napoletano Apicella, amico di Silvio, o le battute in romanesco degli attori del Bagaglino. Il teatrino che fu fondato dall'autore della canzone delle Brigate nere: "Le donne non ci vogliono più bene perché portiamo la camicia nera".

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …