Michele Serra: Addio a Ivan Della Mea, straordinario cantore popolare

18 Giugno 2009
Ivan Della Mea non c’è più, se ne è andato per un infarto mentre veleggiava verso i settant’anni, ben vivo, attivo, pensante e scrivente: pochi giorni fa era uscito per Jaca Book il suo ultimo libro, Se la vita ti dà uno schiaffo. Per la cultura della sinistra italiana è una perdita (anche umana) grande quanto il suo lungo e vigoroso percorso di artista, intellettuale, organizzatore culturale. Per la città di Milano, dove Ivan visse, scrisse e cantò il popolo, è la perdita di un pezzo di se stessa.
Era nato nel 40 a Lucca. Dal 50 a Milano, dove fu "carpentiere elettrotecnico, collaudatore di clacson personalizzati, fattorino con triciclo di una drogheria, elettricista, barista, fattorino senza triciclo del Calendario del popolo (gloriosa rivista di cultura operaia, ndr), correttore di bozze, redattore, sindacalista poligrafico alla Camera del Lavoro, pubblicista, cantautore, scrittore forse, forse poeta", come scrisse di sé nella sua maniera diretta e spiritosa. Fu soprattutto un comunista (alle ultime europee ha votato Rifondazione), intellettuale così organico che non una delle sue opere e delle sue canzoni può essere capita e amata senza conoscere la storia della sinistra italiana, del sindacato, del partito, delle lotte di fabbrica e di quartiere.
Divenne famoso soprattutto per l’esperienza del Nuovo Canzoniere Italiano con Amodei, Pietrangeli, Giovanna Marini, Gualtiero Bertelli e altri cantautori agguerriti e anomali, che cercarono di coniugare la tradizione musicale popolare e la ricerca sul campo dell’Istituto De Martino con le tumultuose vicende politiche del Sessantotto e dintorni. Ha pubblicato dieci LP e due Cd, quattro romanzi, ha scritto e interpretato quattro spettacoli di teatro-musica tra i quali il memorabile Ci ragiono e canto. Cantava in lingua e in dialetto milanese. Alcune delle sue canzoni, Io so che un giorno, O cara moglie, El me gatt rimarranno nella storia della canzone d’arte italiana. Tutte le altre compongono un affresco aspro, poetico, fortemente emotivo delle condizioni del popolo: del quale Ivan fece parte non solo per origini e per censo, quanto per empatia e per amore. Disinteressato, spesso squattrinato, polemico ma mai acido, fazioso ma mai rigido, minoritario ma mai altezzoso, sconfitto ma mai lagnoso, Ivan è stato una splendida, generosa persona e un artista libero e di forte tempra, indifferente alle mode, fedele al suo cuore e al suo cervello.

Michele Serra

Michele Serra Errante è nato a Roma nel 1954 ed è cresciuto a Milano. Ha cominciato a scrivere a vent’anni e non ha mai fatto altro per guadagnarsi da vivere. …