Se questa è vita

Dalla Palestina In Tempo Di Occupazione

di Suad Amiry

L’avventura cominciata con Sharon e mia suocera: diari di guerra da Ramallah, Palestina (diventato ormai un piccolo libro di culto in diversi paesi del mondo) non è finita. L’architetta palestinese Suad Amiry ci regala una nuova puntata del suo irresistibile diario di guerra e di vita quotidiana dai Territori occupati. Con l’indiavolato humour che la contraddistingue e sfoderando un’ormai piena e affilata sapienza narrativa, l’autrice ci conduce da una stazione all’altra del calvario palestinese, facendoci piangere, ridere, sdegnare, riflettere, connettere, ricordare. Portandoci, con tono lieve e un lucido mix di commedia e tragedia, a scoprire i piccoli e grandi contrattempi del vivere nel devastato scenario mediorientale. Al centro del suo affresco narrativo c’è, ancora una volta, Umm Salim, l’ingombrante e svagata suocera ultranovantenne, che resiste alla brutalità dell’occupazione militare irrigidendosi su abitudini da tempi di pace, orari, buone maniere. Attorno a lei un balletto indiavolato di vicini di casa, parenti, amici, funzionari israeliani, spie e collaboratori, cani, muri in costruzione, paesaggi splendidi e violati, checkpoint e soldati. Lettura imperdibile per chiunque voglia orientarsi nel disordinato mondo contemporaneo e non sia disposto a dimenticare che la grande storia è pur sempre fatta di donne e uomini in carne e ossa, il nuovo libro di Suad Amiry si candida a fare da bussola ai tanti Gulliver stanchi di guerra del terzo millennio.
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Suad Amiry

Suad Amiry (1951) è un’architetta palestinese, fondatrice e direttrice del Riwaq Center for Architectural Conservation a Ramallah. Cresciuta tra Amman, Damasco, Beirut e Il Cairo, ha studiato architettura all’American University …

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  • Marchio: FELTRINELLI
  • Data d’uscita: 3 Febbraio 2005
  • Collana: Serie Bianca
  • Pagine: 149
  • Prezzo: 11,40 €
  • ISBN: 9788807171062
  • Genere: Saggistica
  • Traduttore: Maria Nadotti
  • Curatore: Maria Nadotti
Un futuro tra fatica e speranza. Intervista a Suad Amiry

Un futuro tra fatica e speranza. Intervista a Suad Amiry

‟Credo che il progetto di Sharon sia di rafforzare la presenza israeliana nei Territori e nella città di Gerusalemme, e che non voglia rinunciare al Muro. Siamo in un momento delicatissimo per l'autorità palestinese: a Gaza si sta scatenando una lotta per il controllo del territorio. Ogni vuoto che viene lasciato, rischia di essere riempito dai fondamentalisti di Hamas. Qui manca tutto: scuole, ospedali, infrastrutture, e anche il minimo aiuto darebbe speranza al popolo palestinese. Perché un popolo senza speranza, che non ha nulla da perdere, rischia di cadere nell'estremismo e nella violenza”.

Interno palestinese con ironia. Intervista a Suad Amiry

‟Il muro per noi è la ferita peggiore dal 1948. Io sono architetto e la fondazione per cui lavoro, ‟Riwaq”, si occupa di preservare il paesaggio e l’architettura della Palestina. Il muro è il segno fisico della prigione in cui viviamo, ma anche la gabbia in cui vivono gli animali e le piante dei territori; di una violenza alla natura, ancor prima che all’uomo. Un decimo degli alberi della Palestina sono stati sacrificati per quest’opera scriteriata. E Israele non capisce che costruendo per noi un’altra prigione si sta chiudendo nella stessa gabbia.”