Ci sono momenti in cui è il medico che parla. E la voce di Gino Strada suona
come quella di un uomo che sa essere lucido anche quando intorno si spara.
"Oggi a Bagdad i feriti muoiono nelle moschee, dagli ospedali ormai è
sparito tutto. Da questa mattina ne cercheremo uno che ci dia un minimo di
garanzie di sicurezza e lì rimetteremo in funzione un reparto – dice il
chirurgo dalla capitale irachena –. Ci vorranno un paio di giorni. Poi il
passaparola in città farà il resto. Appena si saprà che c’è un centro
chirurgico di una Ong italiana dove si può essere operati, gli iracheni
verranno a farsi curare".
Un minuto più tardi il chirurgo che da anni ricuce ferite di guerra nel mondo,
dall’Afghanistan alla Sierra Leone, lascia spazio al semplice testimone
oculare: "Non ho mai visto niente del genere – racconta al telefono –.
La città è avvolta dal fumo, piena di incendi, non si respira, Per la strada
regna l’anarchia: oggi qui nessuno sembra al sicuro. I soldati della
coalizione sparano e poi se ne vanno. Nelle vie di Bagdad si incontrano soltanto
cadaveri e sciacalli, tanti sciacalli e purtroppo anche tanti cadaveri. Io credo
che se nel mondo si sapesse quello che accade quaggiù, sarebbe chiaro a tutti
che la guerra è un obbrobrio, è massacrare persone, privarle della dignità,
ridurle alla fame, al latrocinio, al saccheggio, persino dei loro
ospedali".