Paul Verlaine
Paul Verlaine nacque a Metz nel 1844, figlio unico di una famiglia della piccola borghesia, con la quale nel 1851 si trasferì a Parigi. Lesse giovanissimo I fiori del male di Baudelaire, che influenzerà la sua prima raccolta poetica, Poemi saturnini (1866), iniziò presto a comporre poesie e frequentò la seconda generazione dei poeti parnassiani, con i quali condusse vita da bohémien. Nel 1869 pubblicò Feste galanti. Due anni prima era morta l’amata cugina Elisa. Nel 1870 sposò Mathilde Mauté de Fleurville e l’anno dopo conobbe il giovane Arthur Rimbaud. Per la moglie scrisse La Buona Canzone, ma il matrimonio entrò in crisi per la relazione nata tra Verlaine e Rimbaud. I due uomini presero a viaggiare insieme e si recarono a Londra e Bruxelles, ma quando Rimbaud si stancò e, nel 1873, cercò di porre termine al rapporto, Verlaine sparò all’amico ferendolo. Fu imprigionato per diciotto mesi. Prima di questo periodo aveva composto Romanze senza parole, che poi uscirà nel 1874. Una volta rilasciato si dedicò all’insegnamento e compose molte delle poesie comprese in Saggezza (1881), che testimoniano della conversione al cattolicesimo. Dopo, smesso di insegnare, tornò a Parigi dove era anche considerato uno dei maestri del nascente simbolismo. Riprese a bere e a condurre una vita disordinata. Nel 1884 pubblicò il saggio I poeti maledetti, su Rimbaud, Mallarmé, Corbière, Villiers de l’Isle-Adam, Marceline Desbordes-Valmore e se stesso, e la raccolta poetica Allora e ora. Seguirono Amore (1888), Parallelamente (1889), Felicità (1891), Canzoni per lei (1891), Liturgie intime (1892), Elegie (1893), Carne (1896), e le prose autobiografiche Le memorie di un vedovo (1886), I miei ospedali (1891), Confessioni (1895). Visse in miseria, affetto da diverse malattie e con lunghi ricoveri ospedalieri, e nonostante la fama morì in povertà, nel 1896, a Parigi. Feltrinelli ha pubblicato nei “Classici” Romanze senza parole (2007).