Domenico Dara evoca un mondo in cui le persone e le cose apparentemente più semplici racchiudono saggezze, sollevando il velo del quotidiano per farne sprigionare l’incanto. E in quell’incanto noi lettori avventurosamente, dolcemente, ci immergiamo.
“Alla fine, diventiamo sempre quello che siamo, a prescindere dalla terra in cui siamo stati abbandonati”.
In anni di profondo cambiamento, segnati dalla violenza nelle piazze e dalla strategia del terrore – ma anche dalle conquiste che rendono le donne più autonome e consapevoli del proprio posto nel mondo –, la protagonista di questo romanzo vive una metamorfosi. Attorno a lei, sussurra e si muove il piccolo paese del Sud dove vive – una cartomante che legge i tarocchi, un forestiero che la segue nell’ombra, la madre impegnata con il sagrestano a organizzare la processione per la festa di Sant’Antonio – e dove ciascuno nasconde un segreto, più o meno oscuro.