Peppe Lanzetta con Giugno Picasso è il vincitore del Premio "Domenico Rea", giunto quest'anno alla XII edizione. La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 14 ottobre a Ischia.
La notizia era questa: alla fine di aprile alla periferia di Caacupé, una bella cittadina di diecimila abitanti a cinquanta chilometri da Asunción, alcuni operai avevano trovato il corpo senza vita di un uomo alto e robusto in costume da bagno
Cgil, Cisl, Uil chiedono al governo di essere ricevuti al più presto. La manovra economica va ridiscussa. Servono altre priorità per evitare la politica dei due tempi. Paghino i ricchi.
L'agricoltura biologica sta diventando sempre più popolare in Cina, e lo testimonia il successo avuto dalla Fiera dei prodotti agricoli delle ‟Grandi regioni selvagge del nord”, tenuta a Pechino in maggio.
Vedi come a volte è crudele la storia. In poco più di un mese la Lega nord, significativo movimento politico della fine del secolo scorso, ha perduto tutta intera la sua partita
L’Italia che sbaglia sempre i rigori, la squadra di sadici coi piedi a banana che ci ha inchiodato per decenni alla croce di questi finali da inferno, tatuando i pali e le traverse di tre continenti, è diventata campione del Mondo
Tocca ferro, la mano sulla sbarra della panchina, in piedi, scaramantico e vincente. Vince con Grosso. Vince con Materazzi. Vince con un gruppo che si è inventato, con un’idea in cui ha creduto. Ci voleva della fede. Ci voleva Marcello Lippi.
L'inchiesta sul sequestro dell'imam di Milano che ha portato all’arresto del capo-divisione del Sismi, Marco Mancini, fotografa una struttura clandestina di spionaggio che unisce segretamente militari italiani e 007 americani.
La ridicola deriva di ciò che rimane dell’idea monarchica in Italia non conosce tregua. Adesso salta fuori una sedicente Consulta dei senatori del Regno, che spodesta dal suo non-trono il non-re Vittorio Emanuele (sembra una pagina di Lewis Carroll)
Siamo campioni perché italiani, abbiamo vinto con la grinta, la sorte e i difetti nazionali e nel Bar del Mondo abbiamo diritto di sfottò su tutti, bleus di Francia, carioca do Brasil, bianchi di Germania, malmostosi argentini.
La promiscuità fra cavalieri del lavoro e ladri, fra principi e rapinatori, fra il buon padre di famiglia e il bordello ha coinvolto interi partiti come il neofascista, passati dalla lotta alla democrazia corrotta all'adesione totale ai suoi vizi.
Qualunque mirabilia potesse offrirmi la finale del Mondiale, non avrò animo di gustarla se non in modesto distacco, poiché la combinata Italia-Francia è indissolubilmente legata a ciò che è avvenuto a me durante il Mondiale 1998.
Italia-Francia è un derby degli affetti. Sentimentalmente molto complicato, con reciproche pendenze, vicendevoli antipatie. Ma talmente promiscuo, anche geograficamente, da farci sembrare la finale planetaria di Berlino come una cosa domestica.
Il mio rapporto magico e isterico, indissolubile e irragionevole, meraviglioso con la nazionale di calcio dura dai tempi in cui si recitava come un rosario la formazione sacra Combi Rosetta Caligaris, una litania dei santi, Pietro, Paolo, Giovanni.
La strada da intraprendere per riformare la Costituzione è stata nitidamente indicata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando ha parlato di un processo di riforma da riprendere "in Parlamento" cercando le più ampie intese.
Adesso l’errore più grande sarebbe fare i tedeschi. Ovvero: alla vigilia del duello sparare sull’avversario bordate di luoghi comuni. Ah, i francesi, la spocchia, i formaggi fetidi, ‟oui, je suis Catherine Denevue”, la grandeur
La partita perfetta dell’Italia contro la Germania è il simbolo del lavoro ‟all’italiana” ben fatto, un misto di tradizione e innovazione, l’esatto contrario del concetto ‟all’italiana” che abbiamo esportato negli ultimi anni.