La commemorazione della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, ottantacinque vittime, non è stata, come alcuni temevano, un´occasione di lotta e di propaganda politica.
La figura di Valentina è una di quelle che davvero non si dimenticano mai. Guido Crepax - morto ieri a settant’anni - ha avuto la grandezza di inventarla.
Ho nella testa il brano di una lettera che il poeta Dylan Thomas scrisse a un amico, forse il suo editore. Alla fine si scusa di non poter affrancare la lettera («non ho più un penny»).
Siamo nell’entroterra di Castelvolturno, e ci muoviamo con la lentezza esagerata di una scena al ralenti in un film nel deserto africano. Ho l’impressione di girare in tondo da anni o da secoli, e vedo doppio come se fossi ubriaco.
E, infine, quello studente diciassettenne di Torino è stato assolto. Non andrà in galera. L´imputazione era di pedo-pornografia: ovvero la detenzione e lo scambio di materiale pornografico relativo a "minori degli anni diciotto".
Quello che capita in questi giorni è politicamente ben più che una serie di temporali estivi, anche se la maggioranza fa di tutto per farlo apparire tale.
Le attuali insistenti rievocazioni degli anni '50 e '60 romani - spesso con nostalgie settoriali o pre-natali - mi inducono a stralciare qualche estratto da una sommaria «auto-cronologia» commissionatami per un uso editoriale postumo.
In una bella intervista al manifesto, l'altro giorno Guido Pollice, presidente della sezione italiana di Green Cross, ha denunciato, per l'ennesima volta, il sistema di sprechi che sta dissipando il patrimonio idrico italiano.
Il vademecum era stato preparato per i soldati che erano sbarcati in Normandia. Il successo rivela la lunga storia di pregiudizi e scambio di cattiverie tra due paesi.
Da risorsa indispensabile alla vita, l'acqua è diventata merce su cui lucrare e gli acquedotti pubblici sono dati in appalto a mega imprese private che tagliano la fornitura ai poveri, rincarano bollette, provocano epidemie e suscitano rivolte.