Riuscirà Antonio Di Pietro a riformare il capitalismo italico delle infrastrutture? Il ministro ci sta provando, consapevole di dover fare i conti con le ‟disattenzioni” della politica già consumate
L'assenza di una linea di politica estera emerge come il limite più grave del governo di centro-sinistra. Ciò che sembra mancare è una visione dei rapporti internazionali minimamente innovatrice.
Cgil, Cisl, Uil chiedono al governo di essere ricevuti al più presto. La manovra economica va ridiscussa. Servono altre priorità per evitare la politica dei due tempi. Paghino i ricchi.
Siamo campioni perché italiani, abbiamo vinto con la grinta, la sorte e i difetti nazionali e nel Bar del Mondo abbiamo diritto di sfottò su tutti, bleus di Francia, carioca do Brasil, bianchi di Germania, malmostosi argentini.
La ridicola deriva di ciò che rimane dell’idea monarchica in Italia non conosce tregua. Adesso salta fuori una sedicente Consulta dei senatori del Regno, che spodesta dal suo non-trono il non-re Vittorio Emanuele (sembra una pagina di Lewis Carroll)
Qualunque mirabilia potesse offrirmi la finale del Mondiale, non avrò animo di gustarla se non in modesto distacco, poiché la combinata Italia-Francia è indissolubilmente legata a ciò che è avvenuto a me durante il Mondiale 1998.
La promiscuità fra cavalieri del lavoro e ladri, fra principi e rapinatori, fra il buon padre di famiglia e il bordello ha coinvolto interi partiti come il neofascista, passati dalla lotta alla democrazia corrotta all'adesione totale ai suoi vizi.
Italia-Francia è un derby degli affetti. Sentimentalmente molto complicato, con reciproche pendenze, vicendevoli antipatie. Ma talmente promiscuo, anche geograficamente, da farci sembrare la finale planetaria di Berlino come una cosa domestica.
L’Italia che sbaglia sempre i rigori, la squadra di sadici coi piedi a banana che ci ha inchiodato per decenni alla croce di questi finali da inferno, tatuando i pali e le traverse di tre continenti, è diventata campione del Mondo
Tocca ferro, la mano sulla sbarra della panchina, in piedi, scaramantico e vincente. Vince con Grosso. Vince con Materazzi. Vince con un gruppo che si è inventato, con un’idea in cui ha creduto. Ci voleva della fede. Ci voleva Marcello Lippi.
L'inchiesta sul sequestro dell'imam di Milano che ha portato all’arresto del capo-divisione del Sismi, Marco Mancini, fotografa una struttura clandestina di spionaggio che unisce segretamente militari italiani e 007 americani.
La partita perfetta dell’Italia contro la Germania è il simbolo del lavoro ‟all’italiana” ben fatto, un misto di tradizione e innovazione, l’esatto contrario del concetto ‟all’italiana” che abbiamo esportato negli ultimi anni.
Adesso l’errore più grande sarebbe fare i tedeschi. Ovvero: alla vigilia del duello sparare sull’avversario bordate di luoghi comuni. Ah, i francesi, la spocchia, i formaggi fetidi, ‟oui, je suis Catherine Denevue”, la grandeur
La strada da intraprendere per riformare la Costituzione è stata nitidamente indicata dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando ha parlato di un processo di riforma da riprendere "in Parlamento" cercando le più ampie intese.
Mia madre è morta nella notte tra il 6 e il 7 agosto dello scorso anno. Mentre lei moriva io ricevevo gli applausi generosi, del pubblico convenuto a Marciana Marina per la presentazione del romanzo vincitore del Premio Strega...