Silvio Berlusconi come Vanna Marchi? Gli italiani creduloni abbindolati dalla telepromozione politica? C'è qualcosa di davvero inquietante nel modo in cui tanta sinistra ha reagito al voto del 9 e 10 aprile.
Allarme ‟Financial Times” dopo la vittoria di Prodi. L’Ue: impossibile. Preoccupato editoriale di Wolfgang Munchau condirettore del quotidiano. Secondo il Ft la risicata vittoria dell’Unione è lo scenario peggiore.
Nella scia del Cavaliere che aveva attaccato tuonando che il risultato elettorale aveva ‟molti, molti, troppi lati oscuri” e il voto degli italiani all’estero ‟potrebbe non essere un voto valido”, sta venendo giù di tutto.
Finché rimaniamo nell’ambito dell’imperativo morale ‟non torturare”, sembriamo sapere bene come stanno le cose. I problemi iniziano allorché ci caliamo nel caso specifico, allorché ci chiediamo che cosa esattamente sia definibile come tortura.
Due ex dirigenti del Consiglio di sicurezza nazionale Usa: un conflitto con l'Iran ci farebbe più danno dell'attuale guerra in Iraq. L'Iran manda l'ex presidente Rafsanjani a rassicurare i vicini paesi del Golfo.
Da maggio in libreria Tutti i santi giorni, il nuovo libro di Michele Serra e La misura del mondo di Daniel Kehlmann, le avventure "filosofiche" di due scienziati che hanno cambiato il mondo.
‟La catena di montaggio almeno teneva la testa libera, perché eri un’appendice della macchina. Oggi il modello egemone è il lavoro al computer, ognuno sta per conto proprio davanti allo schermo e perdere la coscienza proletaria è facilissimo.”
Comunque si guardi al risultato elettorale, il 9 e 10 aprile ha vinto la voglia di cambiare. Ora il compito dell’Unione è di cogliere e dare risposte alla volontà di cambiamento, lasciare alla destra l’ossessione del passato e occuparsi del futuro.
Il leader dell’Udeur ha detto al presidente della Cei: sorpreso per quello che è stato detto per indirizzare il voto dei cattolici. Camillo Ruini ha ripetuto di aver raccomandato a tutti di non schierarsi in occasione delle elezioni.
Il voto dell’Italia del Nord, l’Italia ricca, è andato massicciamente a Berlusconi. Una sorpresa? Ma no, una scelta che si ripete tutte le volte che sono in gioco gli interessi, i privilegi, i soldi dell’Italia borghese e moderata.
Come volete chiamarla? Mezza vittoria, vittoria ai rigori, vittitta, non-sconfitta, maggioruzza, minimaggianza? Prezioso pareggio, scampato pericolo? No, non mi sento di chiamarla vittoria. Però, è l'inizio di qualcosa che fino a ieri non c'era.
Un documento interno - citato dal ‟Washington Post” - ha rivelato che il Pentagono ha deliberatamente enfatizzato il ruolo di Al Zarkawi nella trame irachene.
A sorpresa, Tehran annuncia: abbiamo cominciato ad arricchire uranio L'annuncio di Ahmadi Nejad anticipato dall'ex presidente Rafsanjani. La Casa Bianca: ‟Un passo nella direzione sbagliata”. Gli esperti: un annuncio prematuro?
Se vogliamo trovare, in Italia, il caso di uno scrittore che, come Philip Roth (se è vero che Everyman è il suo romanzo migliore), scrisse il suo capolavoro in età avanzata, si può tranquillamente ricorrere a Italo Svevo
Berlusconi se ne va. È la vera, la grande notizia che cambia la vita italiana, compensa la fatica e la tenacia di chi non ha smesso mai di indicare in lui il pericolo per la Repubblica, la profonda distorsione che aveva travolto e deteriorato la realtà.
Oddio, la Florida! Alle tre di notte, sull'Italia in piedi davanti alla tv e in piazza Santi Apostoli, dove Prodi sta finalmente annunciando al popolo ulivista dopo 12 ore di attesa che la tormentatissima vittoria alla Camera, si profila un'ombra.
Un misterioso incendio è scoppiato sabato nel bosco di Lavizan, vicino a uno degli impianti nucleari iraniani. Un rogo accidentale? Un sabotaggio? Una manovra per nascondere qualcosa?
L'esercito presidia Kathmandu, per impedire la manifestazione contro il potere assoluto di re Gyanendra. Per la prima volta, i partiti democratici e i ribelli maoisti condividono l'obiettivo: scalzare il re, eleggere una costituente.
Pio Semeghini propose una pittura delicata e prossima alla sparizione e fu a capo del Chiarismo. Una mostra a Mantova si pone il quesito se sia degno di entrare nel novero dei maestri del nostro primo ’900.
‟Pensavamo che Berlusconi fosse un danno per l'Italia cinque anni fa prima che fosse eletto, e cinque anni più tardi pensiamo che sia ancora più dannoso per il vostro paese”. Colloquio con il nuovo direttore dell'‟Economist”, John Micklethwait.