La storia è piena di democrazie in miseria e di autocrazie ricche. Anzi la feroce regola è che le democrazie ricche lo siano alle spalle dei popoli che opprimono.
Scelta nitida dal dibattito Silvio Berlusconi Romano Prodi. Chi predilige lo status quo voterà a destra, chi teme il declino sceglierà stavolta la sinistra.
Un lieve senso di vertigine, e un forte sentimento di preoccupazione, prendono chi legga la nuova edizione della dottrina Bush sulla guerra preventiva.
Dai Centri Asociali ai New Punkabestia. Ecco la tumultuante galassia della sinistra rivoluzionaria italiana, molto difficile da mappare con precisione.
Per ventisette anni non hanno avuto contatti diplomatici diretti. Ma ecco che il regime degli ayatollah segnala, per la prima volta pubblicamente, la disponibilità a trattare con il ‟Grande Satana”.
A me ricorda certe cartoline siciliane quando ancora la terra era una somma di latifondi e nei paesi del dopoguerra i disoccupati, per campare, s’industriavano a fare i ‟giornatari”, braccianti pagati un tanto a giornata di lavoro.
Ahmadinejad punta sull’orgoglio nazionale per cercare il consenso e zittire i rivali, compito sempre più arduo con la crescita delle pressioni esterne.
Il potere esplosivo del movimento legato a Milosevic ebbe il suo detonatore nella fusione di due ingredienti opposti: la nomenklatura comunista in lotta per conservare il potere, e il nazionalismo anticomunista coltivato da poeti e scrittori conservatori.
La strategia di utilizzo dei media di Berlusconi si basa su due pilastri: in primo luogo esserci, esserci sempre, esserci dappertutto; in secondo luogo, usare la propria presenza in tv per dominare l'agenda dei quotidiani.
Kirchner e Tabaré Vazquez hanno annunciato di aver raggiunto una tregua nel scontro sulla costruzione di due stabilimenti di cellulosa per carta sulla sponda uruguayana del fiume Uruguay, nel tratto che segna il confine con l'Argentina.
Se non vogliono finire in prigione accusati di stupro, i maschi britannici devono attendere un ‟via libera” esplicito ed inequivocabile dalle loro possibili partner, prima di andare avanti con il corteggiamento.
La morte di Milosevic appare sui giornali di Belgrado come destino vincente di un eroe. Perfino la radio storica dell’opposizione, B92, riceve messaggi di cordoglio. La famiglia si prepara a celebrare le esequie del ‟martire” e la causa nazionalista.
Il virus identitario sta contagiando settori sempre più ampi della Chiesa cattolica, che sembra rinunciare all’universalismo per trincerarsi su base etnica o nazionale.
‟Abbiamo diritto al nucleare, ma a che prezzo? Il governo non ha il consenso, ma ne fa a meno” ci dice Moshen Kedivar, intellettuale riformista, ma gli oppositori iraniani sono stretti tra le minacce di intervento esterno e un potere militarizzato.
Porti negati a Dubai, testa dura all’Onu e toni da miles gloriosus sull’Iran sono segni di debolezza, non di forza per la superpotenza leader del mondo.