Coreografie forzate, misure di sicurezza imponenti, manifestazioni di protesta diffuse: dal punto di vista dell'immagine, la visita del presidente George W. Bush nel subcontinente indiano non si può dire brillante. La sostanza però c'è
La sezione britannica di Amnesty International denuncia quello che sinora in Occidente nessuno aveva voluto ammettere: la lezione di Abu Ghraib non ha avuto il minimo effetto. In Iraq 14.000 detenuti sono tuttora privati dei loro più elementari diritti.
Nell’antica Roma ogni 15 agosto la gente braccava i cani nelle strade e li abbatteva a bastonate La peste gabbava i controlli cavalcando le pulci dei ratti ma nessuno capì. L’idea di associare animali e pestilenza sarebbe nata soltanto col microscopio.
Bush e il primo ministro indiano Singh hanno raggiunto un accordo di cooperazione nucleare, nell'ambito di una ‟partnership strategica” che segna un visibile strappo dalla tradizionale politica indiana di non allineamento.
Solo uno sciocco o un incosciente può illudersi che il fanatismo islamista non costituisca un pericolo gravissimo. Ma è proprio l’urgenza di organizzare una difesa, di tutelare i diritti, le libertà conquistate a rendere nevralgico il dibattito in corso.
Oggi dio è dappertutto in politica: a Washington è presente nelle quotidiane preghiere mattutine alla Casa bianca; a Tehran impone la filiera nucleare; a Roma è ospite quasi ogni sera da Bruno Vespa a Porta a Porta.
Un anno fa scrivevo sul manifesto ‟il mese più lungo”, il racconto del mio sequestro. È passato un anno: mesi di sofferenze fisiche e non solo, di speranze di uscire dal ruolo di ‟ostaggio”, di tentativi di elaborare il lutto .
Per un errore tecnico, ora risolto, la newsletter di lunedì 6 marzo è partita più volte. Vi preghiamo di accettare le nostre scuse e rinnoviamo con voi l'impegno di informarvi su tutte le nostre iniziative.
Quindici anni fa sui muri della città c’erano enormi manifesti della Generalitat, del governo locale, senza immagini ma con su una semplice scritta: ‟Fez cultura”, fate cultura. E sembra che li abbiano presi sul serio.
Vive e lavora a Roma, viene da un paesino del Sud, ha ventotto anni, si è laureato da tre, guadagna mille euro al mese grazie a un contratto semestrale fin qui prorogato tre volte. Ci ha fatto da guida nella nuova terra creata dal lavoro flessibile.
Parla l’economista iraniano Saeed Leylaz: ‟Il petrolio è l'unico elemento di influenza dell'Iran sull'economia mondiale. Ma noi abbiamo bisogno di esportarlo: anche un solo giorno di fermo delle esportazioni sarebbe un disastro per la nostra economia”.
Alleato con il suo nemico: Cecchi Gori riparte da Silvio. Gli disse: come Napoleone finirai a Sant’Elena. Ora gli ha scritto un biglietto per fare pace.
Parla Mohammad Reza Khatami, leader dei riformatori e fratello dell’ex presidente iraniano. ‟All’estero parliamo con gli europei, con i governi. Ma in Iran non abbiamo i mezzi, i giornali sono controllati rigorosamente”.
Funzionari sottoposti alla macchina della verità, proposte di leggi severe sulla rivelazione di segreti. Il direttore del New York Times” Bill Keller: ‟la Casa Bianca dichiara guerra in casa ai valori che dice di voler esportare”.
Nel prendere di mira la presenza dell’ex rappresentante dell’Autorità palestinese Ali Rashid nelle liste del partito di Fausto Bertinotti, Ehud Gol ha usato parole più che dure: ‟È una persona senza onore, la sua candidatura è una vergogna per l’Italia”.
Hamas è teoricamente disponibile a riconoscere Israele. Come? ‟Con un referendum che coinvolga i palestinesi di Cisgiordania e Gaza, quelli residenti in Israele e i profughi e i loro discendenti che dal 1948 in poi si sono dispersi per tutto il mondo”.
A Ryszard Kapuscinski il Premio Speciale Ilaria Alpi alla Carriera 2006. La cerimonia di premiazione si è tenuta sabato 4 marzo alle ore 11 presso la Sala del Carroccio a Palazzo Senatorio, Campidoglio, Roma.
‟La verità è che con Prodi, per adesso, ci siamo trovati soltanto su questo tema specifico degli Ogm, un tema che travalica gli schieramenti e riguarda la totalità dei cittadini”.