Incerto come una vendemmia dopo la grandine, il campionato prova a rifare festa imbandendo le nostre domeniche come ha sempre fatto. Toccheremo i gol, finalmente!
Fra gli scrittori d'oggi che cosa prevale, l'amicizia, l'inimicizia o l'indifferenza? Se si guarda agli attuali sessanta-settantenni, forse non c'è da essere pessimisti.
La nave che trasportava gli immigrati si è fermata a venti miglia da porto Empedocle, il barcone su cui li hanno trasbordati per raggiungere la riva si è capovolto a un centinaio di metri dalla spiaggia, sotto un violento nubifragio.
I fallimenti tattici delle forze americane hanno fatto sì che migliaia di militanti di Al Qaeda sfuggissero alla rete tesa intorno all’Afghanistan, sparpagliando nel mondo un numero crescente di gruppi terroristici pronti a colpire di nuovo.
Quando c’è poco tempo e bussano alla porta, battono la città con artiglieria, quando brucia, quando sei solo in un letto d’ospedale, quando arrivi troppo tardi, quando ti mancano le parole e il fiato è corto, allora la poesia, una, prende il tuo posto
La guerra in Iraq è frutto del «militarismo ideologico» di Bush. Ma una parte della sinistra è per interventi a «difesa dei diritti umani» nel mondo. Intervista a Michael Walzer, figura eminente della filosofia politica americana.
Sui problemi cronici del sovraffollamento, dell´igiene, dell´organizzazione si innesta la violentissima polemica di Cosa nostra per abolire il «41 bis».
Portano i calzoni corti ma sono uomini fatti. Si massacrano di fatica per salvare se stessi e le loro famiglie Raccolgono pomodori, scaricano casse di frutta, puliscono pavimenti di macellerie e scale di condomini Meglio sfruttati che mafiosi.
Michele Serra ha vinto la XII edizione del premio "Gradara Ludens" insieme a Simona Marchini e Armando Borelli: la cerimonia di premiazione si è tenuta sabato 14 settembre nella Rocca di Gradara (Pesaro).
Gli investigatori ora temono l´azione di un «esaltato», che per compiere attentati non aspetta neppure l'input dei dirigenti della Jihad ma risponde soltanto al proprio fanatismo religioso.
Eccolo, come ogni giorno l'uomo che non esiste va verso le Torri Gemelle, entra in una delle due e poi si cala nel cielo all'interno di una piattaforma e lucida i vetri, uno per uno - ma non tutti lui, sia chiaro.
Un'America divisa ricorda il dramma di un anno fa. Quella ufficiale con la retorica patriottarda. Ma nel paese reale e soprattutto a New York si si respira l'insofferenza per i paroloni, la sazietà per il dolore esibito, una sofferenza irrisolta.
L'undici settembre 2001 ha dimostrato come centinaia di migliaia di soldati di stanza all'estero, due oceani e altri due milioni di persone sotto le armi in patria non fossero sufficienti a proteggere gli Stati Uniti da un attacco devastante.
Madeleine Albright e Henry Kissinger, ex segretari di Stato, hanno discusso dell'Iraq ad una emittente televisiva americana, come ne avrebbero potuto parlare i ministri degli Esteri di Francia e di Inghilterra ai tempi della Bella intesa colonialistica.
L’edificio fu abbandonato, l’opera di raggiungere il cielo fu lasciata in debito al futuro. Dalla torre di Babele non spiccavano crepe ma le sorgenti delle mille lingue. L’umanità si disperse dietro vocabolari e sentieri divergenti.
Stati uniti un anno dopo. Il copione è cambiato. Nei film i marziani «sovietici» degli anni `50 ora hanno la pelle scura, non lasciano tracce e sono inafferrabili. Nel paese leggi incredibili permettono intercettazioni, controlli, arresti.
Ho sentito raccontare che nel Paese del Pirlimpimpim c'era un Tizio molto potente che presentava i sintomi di una grave malattia. Quel Paese, fra l'altro, non era estraneo a devastanti epidemie, che avevano affettato buona parte della popolazione.
Abituati a sentir parlare le patrie tivù dei miracoli di padre Pio come di oggettivi fatti di cronaca, i vertici della chiesa cattolica hanno creduto di trovarsi in un incubo, quando la giuria ha deciso di assegnare il Leone d'oro a un film blasfemo.
Crescono negli Stati uniti i fondamentalisti evangelici, zoccolo elettorale di Bush. La cui posizione rispetto agli arabi e agli ebrei è radicalmente mutata. Ieri violentemente antisemita, oggi è violentemente antislamica e ferventemente sionista.