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Come era buffo sentire questo anziano signore che da 25 anni siede nelle aule del potere, esemplare ‟sedere di pietra” della politica politicante, proporsi come forza di cambiamento, come ‟riformista” che avrebbe ripulito quelle stalle di Washington
Migliaia di bambini arrestati dalle truppe americane in Iraq che li costringono a confessare con le torture. Molti sono poi ceduti agli iracheni che li rinchiudono in celle sovraffollate, dove continuano i maltrattamenti e le violenze.
Nei sette anni di ‟guerra al terrore”, le vittime più numerose sono state le libertà civili, le garanzie democratiche, la privacy dei cittadini. E l'epicentro di questo terremoto sono stati gli Usa.
Tra tutti i commenti in margine alla richiesta di processare Sabina Guzzanti per "vilipendio al Papa", il più stravagante è quello di Dario Franceschini. "Il vilipendio è esagerato perché c’era già stata la condanna unanime della società civile"
La sua rinfrescante diversità è la scommessa obbligata che John McCain ha fatto per scuotere i suoi Repubblicani in depressione post Bush, brontoloni che hanno dimenticato la lezione di ottimismo di Ronald Reagan
Da ragazzo non capivo bene i miei coetanei politicamente più risoluti, specie quando dicevano che "lo Stato borghese si abbatte e non si cambia", Tra di essi il giovane avvocato Gaetano Pecorella
Apro la televisione e c'è il Roberto Maroni, oggi nientepopodimeno che ministro di polizia, come si diceva un tempo, ed era più giusto, perché che senso ha chiamarlo degli Interni se si occupa soltanto di immigrati
Ci fu, nell’antichità, un momento in cui in cui nacque un mondo nuovo, nel quale culture lontane e diverse si incontrarono: un mondo originale e cosmopolita, passato alla storia (con espressione coniata da J. G. Droysen) come ‟ellenistico”
A Barrow, estremo nord degli Usa, la banchisa si allontana dalla costa e spinge i predatori verso l’abitato. Una vita sotto assedio, tra ossa di balena e teste cornute di caribù, aspettando la lunga notte del solstizio.
Gli analisti internazionali devono mettersi d’accordo, una buona volta: è "pitbull" oppure "barracuda" il cordiale nomignolo della signora Palin, vice di McCain e dunque (non fatevi illusioni) prossima vicepresidente degli Usa?
Un noto avvocato d'origine palestinese, per commemorare il figlio, ucciso per errore in un attentato delle Brigate Al Aqsa, ha pagato la traduzione in arabo per Una storia di amore e di tenebra, il romanzo autobiografico di Amos Oz.
Il presidente uscente interviene nella campagna elettorale e sposta (pochi) soldati da Baghdad a Kabul. Un colpo agli avversari, mai contrari alla guerra irachena ma solo alla sua cattiva gestione.
Autorevoli analisti sostengono che la gravidanza precoce della figliola della signora Palin, candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti, potrebbe orientare in un senso o nell’altro parecchi elettori
Nel Xcel, il palazzetto dello sport di St. Paul, va in scena l'America ‟compassionevole” di Bush: quella che ha portato la democrazia in Iraq e grandi conquiste sociali in patria. E stasera l'epilogo, con il discorso di McCain.
Quando Mike Davis parla di ‟politica dei disastri”, dei cataclismi e delle catastrofi, non pensa certo all'uso tattico e strumentale che i repubblicani fanno dell'uragano che si è abbattuto sul Mississippi e sull'ovest della Louisiana.
Il discorso di investitura di Barack, dopo che Stevie Wonder ha scaldato i cuori dei presenti allo stadio e prima di gettarsi a capofitto nei due mesi decisivi per la campagna presidenziale. Ma alla convention anche le proteste pacifiste alzano il volume.
Infine McCain ha ottenuto la candidatura presidenziale, dopo una Convention che ha ‟nascosto” Bush. Ha con sé i cristiani integralisti, trascinati da Sarah Palin, e l'estrema destra sociale. Ora la guerra a Obama è aperta.
Se tanto mi dà tanto, McCain è messo davvero male. Troppo somiglia al John Kerry del 2004: non solo perché sono ambedue senatori di lungo bordo, e neanche perché entrambi sposati a due ingombranti miliardarie. E nemmeno perché sono due eroi di guerra
Disorganizzazione e posti vuoti in un palazzo dello sport molto più piccolo di quello riempito dai sostenitori di Obama. Il presidente e il suo vice tenuti lontani dall'evento L'uso politico dell'uragano non nasconde il fallimento dell'appuntamento.