Si sale e si scende seduti sulla macchina del medico, dottor Stefano Tredici, 34 anni, guidata da Armando Villa, baffi alla D’Artagnan. Il guaio è che non ci sono vie di mezzo, si va o troppo piano o troppo forte, si frena di colpo, si scatta di colpo.
Chi prenderà il posto di Provenzano su quell'appetibile set tv di grande successo che è il covo? In lizza Carmine Schiantalapecora, Calogero Imperitore, Maso Introietta e Jack Stramucchio.
Se è vero che nell' università di Harvard e recentemente in quella di Wellington sono stati introdotti degli insegnamenti che hanno per oggetto la felicità e le modalità per conseguirla, la domanda che sorge spontanea è .
La maggior parte degli elettori unionisti è meno pessimista del previsto: quasi il 70 per cento, infatti, risponde che "tanto, per fortuna, la legislatura durerà pochissimo".
Nel primo quarto d’ora di vita, dal primo vagito del giuramento alla prima telecamera di passaggio, il nuovo governo ha già abbattuto il Ponte sullo Stretto, ritirato le truppe dall’Iraq, abolito la legge Gasparri, riaperto il contenzioso
Per gli amanti del modernariato, i primi passi di questa maggioranza ricordano abbastanza da vicino l’epoca gloriosa del pentapartito, con le febbrili riunioni e le defatiganti discussioni per cercare di far corrispondere il numero dei posti a sedere
L’ebreo subdolo dominatore cosmopolita, padrone del denaro e quindi della globalizzazione che minaccia la nostra identità. Il solito ebreo di sempre, divenuto nel frattempo sionista e israeliano, torna ad affiorare nell’immaginario degli sprovveduti.
Diciamocelo tra noi. Zitti zitti, quatti quatti, ma diciamocelo: lo si vede di meno, lo si sente di meno. C’è sempre, e ogni tanto sbuca nei tigì, o per reclamare per il suo Milan una parte del bottino caduto dalle tasche del povero Moggi
Tutto bene quel che finisce bene. Ma certo l’episodio di "Miriam", la studentessa che ha partorito nelle toilette della scuola, qualche domanda la pone.
Via del Corso, Roma. Una moto si ferma nel traffico, l’uomo alza il casco per gridare: ‟Bolscévici. A morte i bolscévici, anche quelli travestiti”. Una piccola folla di turisti tedeschi capisce lo strano insulto. Si guardano, mi guardano
Moggi era temutissimo, chiacchieratissimo, ma anche molto ammirato: perché vinceva molto, e perché era potente. Ecco, forse basterebbe, per cominciare a rimediare almeno un poco all’analfabetismo etico di questo paese, confutare energicamente questa idea
Leggendo le cronache amare dello scandalo Juventus mi è parso di ritornare a una storia nota, una storia piemontese e monarchica dove re onnipotenti e amati dagli umili per la loro onnipotenza
Ivan Basso è l’Italia che parla senza accenti locali, che conosce l’inglese e la precisione. Non lo scatto ma la progressione. Damiano Cunego è più giovane, ma è l’Italia di sempre, quella che ci prova, a scattare, con il sorriso furbetto
Dagli ‟stagnini” di Nixon ai ‟minatori” di Bush, il lungo, e spesso fatale duello dei presidenti americani con i limiti al potere imposto dalla Costituzione torna a scottare un altro capo dello Stato che si crede al di sopra della legge.
Alla luce della nuova guerra fredda, resa esplicita dalla provocazione lituana di Dick Cheney e dalla durissima risposta di Putin, la ‟questione energetica” dell'Europa (e del mondo) diventa un problema urgente. Anzi ‟il problema”.
In filosofia non si vedono più grandi sistemi. E ciò non tanto perché quelli che nel tempo sono stati elaborati si siano rivelati erronei ma perché la complessità del mondo si è talmente dilatata che nessun sistema si rivela più capace di contenerla.
Non cuocerai l'agnello nel latte di sua madre, è scritto nel libro sacro. Accusare Israele di affamare la Palestina usando la scritta nazista del campo di sterminio di Auschwitz è cuocere l'agnello nel latte della madre.
Se e quando Massimo D’Alema sarà risarcito dei torti inflitti al suo giusto orgoglio, se e quando sarà pure risarcito quello gravemente oltraggiato dell’onorevole Piero Fassino, se troveranno pace e ministeri i moderatamente ingordi mastelliani
La tragedia dell’irresponsabilità segna a fondo il nostro tempo. L’incapacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni, il panico di fronte ad esse quando si rivelano, la fuga come rimedio ne sono esempi ricorrenti.