L’Italia coloniale di Berlusconi - esperienza nuova per un Paese non privo di orgoglio, come si è visto con la Resistenza - ha seguito le elezioni americane e accolto il risultato con lo stesso spirito di Bombay e Calcutta ai tempi d’oro degli inglesi.
Dopo Renato Ruggiero, dopo il penoso interim di Silvio Berlusconi, dopo Franco Frattini, c’è un quarto ministro degli Esteri. È Gianfranco Fini, e cambia radicalmente le carte in tavola.
Trionfo del made in Italy: ecco il Banana Box, "il simpatico contenitore per banane di generose dimensioni che ti permette di portare nello zaino la merenda senza rovinare il frutto”. Ma nel paese del banana box, Silvia, laureata in fisica, fa l’ottico
Cinquant’anni fa un prete scomodo, viene ‟esiliato” in un piccolo borgo toscano. Comincia allora la storia straordinaria di un gruppo di poveri ragazzi di campagna alle prese con materie e programmi che nemmeno i collegi dei ricchi avevano.
"Nessuno può permettersi di toccare un padano". Con questa nerboruta frasetta del vicepresidente del Senato della Repubblica Roberto Calderoli, fa il suo esordio la proposta (per ora ufficiosa) di introdurre nel nostro codice penale l’aggravante etnica.
Intervista con l'attrice e regista di New Delhi ospite degli "Incontri con il cinema asiatico". L'interprete di Madre del 1084, Tempesta di sabbia e Fire di Deepa Metha, è passata alla macchina da presa per raccontare il suo paese.
Intervista a Enrico Mentana, dopo la sua rimozione da direttore del ‟Tg5”. "Non è una separazione consensuale, difeso solo da Piersilvio. Ora tutelerò l’informazione in Mediaset".
Intervista a Carlo De Benedetti. "In Asia l’autoritarismo paga, l’Occidente schiavo dei conflitti d’interesse. Giudici e informazione sono i contrappesi. La Rai? Pubblica e senza spot".
Ormai è evidente: la persecuzione dei cristiani in Europa, e specialmente in Italia, è un fenomeno in forte crescita. I cristiani italiani sono in condizione di soggezione e minorità, condizionati e atterriti dalla cultura giacobina.
I conservatori all'attacco: "Il programma nucleare è una questione d'orgoglio nazionale. È una capitolazione" Dubbi sulle reazioni degli Stati uniti, sempre pronti ad accusare Tehran di non rispettare i patti. Nonostante le rassicurazioni europee.
Berlusconi è con le spalle al muro. Basterebbe una semplice spallata per buttarlo giù ma c'è da dubitare che l'opposizione voglia dargliela. Prodi avrebbe già un piede sulla porta di palazzo Chigi. Ma prima che il gallo canti possono succedere tante cose.
Ho fatto testamento. No, niente di drammatico: ho solo in programma un paio di viaggi nella parte appena pacificata del mondo. Lì non temo attentati e rapimenti, temo le linee aeree deregolamentate e l'entusiasmo affaristico dei neofiti
Precari. In nome di cosa e per quale superiore ragione è stato deciso di espellere dal futuro una generazione intera per sfruttarne le capacità al minor costo possibile?
L'Iran nel mirino dell'amministrazione Usa. Accuse calcolate. Gli "exilés" protetti dalla Cia rivelano un programma atomico segreto. Powell parla di missili a testata nucleare.
Gli avvenimenti iracheni preoccupano i gli iraniani. La presenza delle truppe Usa ai confini è un elemento di pressione. Nell'immediato però nessuno si aspetta una pressione militare. Ma il nodo delle relazioni tra Tehran e l’occidente resta il nucleare