Gli islamici: inaccettabile il suo piano per i confini d’Israele. Il premier dello Stato ebraico vuole annettere le tre grandi colonie in Cisgiordania.
L’otto marzo è sì una ricorrenza internazionale che riguarda la donna, ma non è una festa. L’espressione corretta, quella usata dall’Onu è: giornata della donna. E c’è una bella differenza, una differenza abissale.
Non c’è solo l’Italia di Calderoli. Uno dei pochi lasciti positivi del governo di centrodestra - l’istituzione della Consulta islamica - già mostra la possibile vitalità della sua funzione e già attiva conseguenze virtuose. E comunque fertili.
La scomparsa di Milosevic può far precipitare la situazione. Non è improbabile che l'Occidente colga l'occasione per dare la spinta definitiva al processo di separazione del Kosovo (e poi del Montenegro). Verso il definitivo collasso di quel che rimane.
Il virus identitario sta contagiando settori sempre più ampi della Chiesa cattolica, che sembra rinunciare all’universalismo per trincerarsi su base etnica o nazionale.
Questa campagna elettorale, per molti aspetti avara di contenuti programmatici, torna a interpellare gli italiani su quale giudizio esprimere nei confronti della comunità omosessuale.
L'Aiea chiede all'Iran di tornare a sospendere le sue attività per l'arricchimento e riciclaggio dell'uranio, inclusa la ricerca, fino a quando non avrà chiarito i punti che restano ambigui nelle passate attività nucleari iraniane.
Porti negati a Dubai, testa dura all’Onu e toni da miles gloriosus sull’Iran sono segni di debolezza, non di forza per la superpotenza leader del mondo.
‟Abbiamo diritto al nucleare, ma a che prezzo? Il governo non ha il consenso, ma ne fa a meno” ci dice Moshen Kedivar, intellettuale riformista, ma gli oppositori iraniani sono stretti tra le minacce di intervento esterno e un potere militarizzato.
Tipica storia di spie all’italiana, ma questa volta con una gran brutta novità, anche per un Paese come questo: lo spionaggio è politico, e sono candidati alle elezioni (le regionali di un anno fa) gli spiati.
Se l'Italia fosse un paese laico abolirebbe l'ora di religione. Non solo non lo farà ma potrebbe introdurre anche l'insegnamento della religione islamica. Una questione di ‟par condicio”.
Frammenti di vita, pezzi di storia, nomi nuovi che riemergono come un appello postumo dopo 60 anni, dal dossier del governo sloveno sulle deportazioni senza ritorno del maggio 45 nella Venezia Giulia.
In una surreale atmosfera di déja vu, di replica di un tragico film già visto tre anni or sono, l’amministrazione Bush, l’Europa, le Nazioni Unite stanno apparentemente rimettendo in scena il copione della guerra in Iraq per applicarlo all’Iran.
Via via che gli anni passano, attorno all’8 marzo mi si addensa un agglomerato di rabbia impotente che non lascia alcuno spazio a festeggiamenti, e nemmeno alle cene allegramente separate che per molto tempo hanno connotato le donne italiane, e anche me.
Oggi dio è dappertutto in politica: a Washington è presente nelle quotidiane preghiere mattutine alla Casa bianca; a Tehran impone la filiera nucleare; a Roma è ospite quasi ogni sera da Bruno Vespa a Porta a Porta.
Solo uno sciocco o un incosciente può illudersi che il fanatismo islamista non costituisca un pericolo gravissimo. Ma è proprio l’urgenza di organizzare una difesa, di tutelare i diritti, le libertà conquistate a rendere nevralgico il dibattito in corso.