L’undici luglio 1982, quando finì la partita del Bernabeu, uscii per le strade di Torino (ero andato al concerto degli Stones). La gente affacciata alle finestre cercava di fare rumore in tutti i modi possibili...
Cgil, Cisl, Uil chiedono al governo di essere ricevuti al più presto. La manovra economica va ridiscussa. Servono altre priorità per evitare la politica dei due tempi. Paghino i ricchi.
L'assenza di una linea di politica estera emerge come il limite più grave del governo di centro-sinistra. Ciò che sembra mancare è una visione dei rapporti internazionali minimamente innovatrice.
Vedi come a volte è crudele la storia. In poco più di un mese la Lega nord, significativo movimento politico della fine del secolo scorso, ha perduto tutta intera la sua partita
Peppe Lanzetta con Giugno Picasso è il vincitore del Premio "Domenico Rea", giunto quest'anno alla XII edizione. La cerimonia di premiazione si è svolta sabato 14 ottobre a Ischia.
L'inchiesta sul sequestro dell'imam di Milano che ha portato all’arresto del capo-divisione del Sismi, Marco Mancini, fotografa una struttura clandestina di spionaggio che unisce segretamente militari italiani e 007 americani.
Siamo campioni perché italiani, abbiamo vinto con la grinta, la sorte e i difetti nazionali e nel Bar del Mondo abbiamo diritto di sfottò su tutti, bleus di Francia, carioca do Brasil, bianchi di Germania, malmostosi argentini.
L’Italia che sbaglia sempre i rigori, la squadra di sadici coi piedi a banana che ci ha inchiodato per decenni alla croce di questi finali da inferno, tatuando i pali e le traverse di tre continenti, è diventata campione del Mondo
Qualunque mirabilia potesse offrirmi la finale del Mondiale, non avrò animo di gustarla se non in modesto distacco, poiché la combinata Italia-Francia è indissolubilmente legata a ciò che è avvenuto a me durante il Mondiale 1998.
La promiscuità fra cavalieri del lavoro e ladri, fra principi e rapinatori, fra il buon padre di famiglia e il bordello ha coinvolto interi partiti come il neofascista, passati dalla lotta alla democrazia corrotta all'adesione totale ai suoi vizi.
Italia-Francia è un derby degli affetti. Sentimentalmente molto complicato, con reciproche pendenze, vicendevoli antipatie. Ma talmente promiscuo, anche geograficamente, da farci sembrare la finale planetaria di Berlino come una cosa domestica.
Tocca ferro, la mano sulla sbarra della panchina, in piedi, scaramantico e vincente. Vince con Grosso. Vince con Materazzi. Vince con un gruppo che si è inventato, con un’idea in cui ha creduto. Ci voleva della fede. Ci voleva Marcello Lippi.
La ridicola deriva di ciò che rimane dell’idea monarchica in Italia non conosce tregua. Adesso salta fuori una sedicente Consulta dei senatori del Regno, che spodesta dal suo non-trono il non-re Vittorio Emanuele (sembra una pagina di Lewis Carroll)
La partita perfetta dell’Italia contro la Germania è il simbolo del lavoro ‟all’italiana” ben fatto, un misto di tradizione e innovazione, l’esatto contrario del concetto ‟all’italiana” che abbiamo esportato negli ultimi anni.
Il mio rapporto magico e isterico, indissolubile e irragionevole, meraviglioso con la nazionale di calcio dura dai tempi in cui si recitava come un rosario la formazione sacra Combi Rosetta Caligaris, una litania dei santi, Pietro, Paolo, Giovanni.
Il mondo delle corporazioni italiane è in subbuglio. Dopo taxisti e farmacisti, nuove categorie nel mirino del governo. In vista liberalizzazioni anche per palombari, preti e confettieri.
Secondo Giulio Tremonti, il progetto contro l’evasione fiscale del governo Prodi ha l’obiettivo di "generalizzare la paura" attraverso uno Stato "occhiuto e giacobino", creando le condizioni per una "sudditanza civile"