Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
“Il quesito di fondo del perché i bolscevichi abbiano potuto vincere non è di facile soluzione”
Tra i meriti dello storico americano Rabinowitch vi è quello di restituire all’insurrezione del 1917 la sua dimensione concreta, umana e politica, oltre a raccontare con penna sciolta le mobilitazioni che portarono i bolscevichi a rovesciare il governo Kerenski. Ovviamente, non si deve sottostimare il peso giocato nella vicenda personalmente da Lenin, ma questo libro mostra anche quanto il Partito bolscevico, lungi dall’essere un’entità monolitica, fosse invece attraversato a ogni livello da contraddizioni e aspri dibattiti interni. I suoi diversi presidi territoriali difatti godevano di una grande autonomia d’azione, anche su parole d’ordine apparentemente divergenti. Sarà questa duttilità d’azione a permettere loro poi di tradurre le aspirazioni popolari – la terra ai contadini, la fine della guerra – in programma politico generale fino alla conquista definitiva del potere. Si tratta di un approccio innovativo, questo di Rabinowitch, rispetto alla classica storiografia sulla Rivoluzione d’ottobre, perché demolisce l’idea che il successo bolscevico fosse dovuto alla disciplina e all’obbedienza monocorde del Partito alle indicazioni di Lenin. La ragione della sua forza era invece da ricercarsi nella sua diversità interna.
Alexander Rabinowitch (1934) è professore emerito di storia della Indiana University a Bloomington, dove ha insegnato per oltre trent’anni. È riconosciuto a livello internazionale come uno degli storici di riferimento sulla …