Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
di Franz Kafka
“Fu necessaria la mediazione del serpente: il male è in grado di sedurre l’uomo, ma non può farsi uomo.”
Kafka compose questi Aforismi su una serie di schede sciolte e numerate tra l’autunno del 1917 e la primavera del 1918, dopo essersi isolato nelle campagne del villaggio boemo di Zürau dove viveva la sorella Ottla. In uno stadio iniziale della tubercolosi e lontano dalle incombenze mondane, la sua scrittura si fa essenziale. Diventa, forse, un modo per parlare a se stesso, per navigare il dolore dell’uomo contemporaneo e la propria inadeguatezza di fronte ai precetti della società borghese. Pubblicati postumi dall’amico Max Brod con il titolo Considerazioni sul peccato, la speranza, il dolore e la vera via, questi scritti danno vita a ragionamenti universali, potenti ed enigmatici, dominati dalla consapevolezza dell’impossibilità umana di giungere alla verità e allo stesso tempo dall’insopprimibile desiderio di cercarla. Kafka indaga in punta di coltello la falsificazione della realtà, tra peccato e salvezza, lingua e arte.
Franz Kafka nasce a Praga nel 1883 da una famiglia di commercianti ebrei. Compiuti gli studi in giurisprudenza nel 1908 trova lavoro presso un istituto di assicurazioni. Figura tormentata e …