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"Da qualunque punto di vista la si guardi, l’intera questione mi sembra banale dal momento che non credevo allora, come non credo ora, che esista un grammo di logica (né di dati) che indichi nella Tat un possibile efficace vaccino."
Robert Gallo (dalla Prefazione)
“Vaccino anti-Aids: l’Italia è prima”, “Aids, funziona il vaccino italiano”, “Il mio vaccino batterà l’Aids”. Il 24 ottobre 1998 i principali quotidiani italiani riprendono con enfasi l’annuncio fatto il giorno prima dalla ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità Barbara Ensoli durante il Simposio internazionale su Aids e cancro. Da allora decine di milioni di euro sono stati stanziati dallo Stato italiano per sostenere il progetto di un vaccino contro l’Aids – basato sulle proprietà della proteina Tat – illudendo milioni di persone che la cosiddetta “peste di fine millennio” stesse per essere definitivamente sconfitta. Dopo quindici anni nessun vaccino italiano contro l’Aids è apparso all’orizzonte, mentre la sperimentazione prosegue anche in Sudafrica, nonostante le numerose critiche provenienti dal mondo scientifico internazionale. Da questa rigorosa inchiesta condotta tra medici, scienziati e politici emerge una realtà segnata da paure, interessi economici, protezioni politiche, intrecci familiari e affari internazionali.
Vittorio Agnoletto, medico, attivista, insegna all’Università degli studi di Milano, è stato tra i fondatori della Lega italiana per la lotta contro l’Aids (Lila) e parlamentare europeo. Fra i suoi …
Carlo Gnetti lavora come giornalista nella redazione del settimanale della Cgil “Rassegna Sindacale” di cui è responsabile della sezione esteri. Ha scritto diversi saggi su temi di carattere sociale e …