Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Se un occhio potesse osservarli tutti adesso, in questo stesso istante, li vedrebbe contemporaneamente i tanti portalettere italiani, con passi differenti, e diverse espressioni, altezza, colore dei capelli, occhiali da sole e da vista, passi diversi, tutti in movimento, frenetici su giroscale deserti, impettiti in attesa davanti al cancello di una palazzina residenziale, fermi sulle soglie degli appartamenti, a guardare il cielo, le nuvole, dentro le auto di servizio nelle vie di città o negli scooter lanciati sui rettifili, lentamente avanzare a velocità ridotta sulle stradine solitarie di una campagna coi prati verdi e alberi secolari. Da Chamois allo Zen di Palermo, da Milano a Trepalle, da Castelluccio di Norcia alle città d’arte con le piazze medievali assolate fino ai borghi arroccati sui colli, nelle isole di Ponza e Ventotene, sotto il vulcano dell’Etna, mentre sta piovendo, nevica, o il sole cocente accarezza e brucia i corpi, un esercito di queste donne e uomini sta arrivando nelle case di tutti. Come un piccolo esercito di formiche. Angelo Ferracuti
“I portalettere registrano, guardano, si accorgono. Non sfugge loro niente, tutto messo da parte in un luogo segreto della memoria. Oggetti, visi, sguardi, profumi. Sanno i dolori, le malattie, ma riescono a intuire anche gli stati improvvisi di felicità.”
Angelo Ferracuti è nato a Fermo nel 1960. Ha pubblicato raccolte di racconti e romanzi, fra cui Attenti al cane (Guanda, 1999), ma soprattutto libri di reportage come Le risorse …