Nata in una regione marina, orfana di padre, Eiko vive con la madre e la nonna, che gestiscono un ristorante. Finito il liceo, la giovane decide di trasferirsi a Tokyo dove trova lavoro come cameriera in un ristorante indonesiano, l'Arcobaleno. Alla morte di madre e nonna, si ritrova completamente sola. Per vincere il dolore della perdita, Eiko si concentra sul lavoro e si impegna così tanto che un giorno, addirittura, sviene per la stanchezza. Il signor Takada, proprietario dell'Arcobaleno, si dimostra molto solidale e comprensivo con lei, e le propone di aiutare la moglie incinta a occuparsi del giardino, degli animali e della conduzione domestica. Questo nuovo impegno, a contatto con la natura e con un ambiente in apparenza tranquillo, consente a Eiko di riprendersi. Ma presto si accorge di quanto siano orribili i rapporti tra marito e moglie, fatti di bugie e tradimenti. Quando poi Takada le dichiara il proprio amore, Eiko parte per Tahiti: vuole stare sola e capire cosa fare della sua vita. Da una storia apparentemente semplice si snodano, in tutta la loro profondità, alcuni temi che disegnano la filigrana di una narrazione nitida ed elegante: la difficoltà di coltivare un amore sulle macerie del dolore o del tradimento, la forza di costruire una nuova identità senza abbandonarsi alla precarietà degli incontri, la possibilità di custodire il ricordo dei morti senza farsi sommergere dalla loro assenza, la capacità di attingere alla natura l'energia per ritrovare se stessi.