Eiko, ventisettenne giapponese, decide di fare da sola un viaggio a Tahiti
per una pausa di riflessione.
Nata in una regione marina, orfana di padre, Eiko vive con la madre e la nonna
che gestiscono un ristorante. Alla morte delle due donne, la giovane decide di
trasferirsi a Tokyo dove troverà lavoro in un ristorante polinesiano,
Arcobaleno. Abituata fin da piccola ad aiutare nel locale della famiglia, Eiko
considera il suo lavoro di cameriera come una missione e ci si dedica con tanta
passione da svenire un giorno per lo stress e la fatica.
Messa a riposo, Takeda, il proprietario del ristorante, le propone di andare per
un po’ a lavorare a casa sua, dove la moglie, incinta, non riesce a occuparsi
del giardino, degli animali e della conduzione domestica. Questa nuova
occupazione consente a Eiko di avere uno stretto contatto con la natura che
sembra rigenerarla, ma scopre quanto siano orribili i rapporti tra Takeda e la
moglie, fatti di bugie e tradimenti.
Quando Takeda, con il quale Eiko ha avuto molte conversazioni e scambi, le
dichiara il proprio amore, la ragazza decide di andare a Tahiti per capire il da
farsi.
L’apparizione di un arcobaleno al momento del ritorno a Tokyo sembra indicarle
la strada da seguire.
Storia apparentemente semplice, dunque, non fosse per il modo in cui l’autrice
tratta alcuni temi: la possibilità di far nascere un amore sul tradimento, la
capacità di sapersi costruire come individuo senza il confronto con un ambito
familiare, la possibilità di ricordarsi dei morti senza farsi sommergere dalla
loro assenza, il rapporto con la natura e gli animali, intesi come forza
rigenerante per l’individuo.