Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Quando si pensa a Piero Gobetti si pensa soprattutto all’uomo politico, all’oppositore del fascismo. Morto a Parigi prima di compiere venticinque anni, Gobetti fu uno straordinario poligrafo. Fondatore di riviste, animatore editoriale (pubblicò la prima edizione di Ossi di seppia di Montale), studioso, toccò con una scrittura duttile ed efficace i generi più diversi. L’abbozzo autobiografico e il diario, la critica teatrale (spesso ferocissima), la riflessione letteraria (autori italiani come Dante, Alfieri, Pirandello, gli amati russi come Gogol’), la ricerca sull’arte, con affascinanti studi su alcuni pittori tra Quattro e Seicento e su un maestro novecentesco come Casorati, il ritratto umano (Eleonora Duse, Giacomo Matteotti, il Mussolini delle origini, Rosa Luxemburg), la scrittura di viaggio, il pamphlet politico. Paolo Di Paolo, che a Gobetti ha dedicato il romanzo Mandami tanta vita, raccoglie in questo volume una scelta delle “scritture” di Gobetti, con l’intento di avvicinarlo a nuovi lettori. E di far riscoprire a chi lo conosce la vivacità dello stile, l’intensità della prosa di un ventenne di genio.
“Essere ad ogni momento noi... Sentire il palpito esultante e inebriante della vita, sempre”
Piero Gobetti (1901-1926), nato a Torino da genitori di origine contadina, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza della sua città, formandosi con maestri come Luigi Einaudi. Nel 1918 diede inizio …