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Dislessici, autistici e iperattivi: cattive diagnosi ed esclusione
Una nuova emarginazione, basata su diagnosi erronee di disabilità trasformate in etichette di “diversità” irrecuperabile, è in pieno sviluppo nel nostro paese e coinvolge un numero crescente di bambini e ragazzi. E la frequenza con cui oggi ci si imbatte in bambini ai quali viene diagnosticata una patologia neurologica, sia essa la dislessia, la discalculia, l’autismo o l’iperattività, lascia allibiti e preoccupati. Cosa ha portato all’esplosione di diagnosi, spesso senza fondamento, negli ultimi anni? Con quali conseguenze? Come liberare i bambini da etichette che compromettono l’intera loro esistenza e quella delle loro famiglie? E se l’esclusione dei bambini “non conformi” viaggiasse sotto le mentite spoglie di un’integrazione apparente e ipocrita? A queste e a molte altre domande risponde Michele Zappella. La ricca casistica e la profonda esperienza clinica e di ricerca dell’autore chiamano in causa la scuola, gli operatori professionali e le politiche di “sostegno” alla diversità. Zappella invita i genitori e gli educatori ad aprire gli occhi e a non cedere al fascino dell’etichetta, e i professionisti a mantenere aggiornata la cultura specialistica, sperimentando nuove modalità di approccio ai bambini, che ne stimolino fantasia e creatività. Gli effetti possono essere sorprendenti!
“Un periodo difficile rischia di trasformarsi in patologia. In etichetta.” La Nazione
Michele Zappella (Viareggio, 1936) è uno dei più autorevoli e riconosciuti neuropsichiatri infantili italiani. Noto per il suo impegno nell’abolizione delle classi speciali e differenziali tra gli anni sessanta e …