Cani dell'inferno

di Daniele Benati

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"In una città americana, che potrebbe somigliare a quella di Blade Runner, c’è un ristorante McDonald’s frequentato soltanto da miseri barboni. Passando attraverso i gabinetti del McDonald’s si accede a una delle più importanti università americane, e poi ai vari piani d’un grande palazzo situato al numero 3847 di Mystic Avenue. In quel palazzo pare che abitino molti espatriati o deportati politici, mandati dal Governo italiano con la scusa di collocarli in un ufficio consolare, oppure in quella famosa università come professori. A volte i deportati sono lasciati per sempre in un appartamento a far niente, ad annoiarsi, a bere e a pensare alle donne.
Nel complesso, questa deportazione non sarebbe male, se non fosse che ci si ritrova a patire la tremenda solitudine americana, cercando affannosamente la compagnia di donne o d’altri solitari, in un eterno vagabondare senza meta. Non è poi del tutto escluso che il palazzo di Mystic Avenue e dintorni sia una specie di inferno dove si va a scontare i propri peccati. Quali peccati? Il peccato di essere al mondo, e poi quello collaterale dei furori e delle pazzie di quando si è al mondo. Sicché quei poveri deportati del Governo italiano si trovano spesso con dei cani infernali alle calcagna, che vorrebbero morderli, forse sbranarli per fare scontare le loro pazzie.
Un’altra cosa interessante è che tutti i deportati del Governo italiano hanno nomi che iniziano con la lettera P (non si sa perché). E tutti, appena sbarcano da quelle parti, si mettono a fare più o meno le stesse cose, a vagabondare senza meta, a pensare le stesse stranezze, a raccontare all’infinito la stessa storia, e a sentire una voce che li chiama così: ‘Ehi Joe’. Viene anche da pensare che il palazzo di Mystic Avenue non sia veramente un inferno, ma la scena dell’eterna ruota dell’esistenza, dove tutti rifanno le stesse cose, hanno le stesse speranze, cadono nelle stesse trappole, e vanno avanti così, ognuno sempre credendo d’essere diverso da tutti gli altri."

Gianni Celati

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Daniele Benati

Daniele Benati (1953), nato a Reggio Emilia, studioso di letteratura irlandese, ha insegnato in diverse università degli Stati Uniti e d’Irlanda. Ha tradotto tra gli altri Tony Cafferky e Flann …

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  • Marchio: Giangiacomo Feltrinelli
  • Data d’uscita: 15 Aprile 2004
  • Collana: I Narratori
  • Pagine: 249
  • Prezzo: 11,90 €
  • ISBN: 9788807016547
  • Genere: Narrativa
Intervista a Daniele Benati su Cani dell'inferno

Intervista a Daniele Benati su Cani dell'inferno

"Beh, si potrebbe partire proprio dall'epigrafe che ho messo all'inizio del libro, una quartina presa da un blues di Robert Johnson nella quale egli parla di cani infernali che lo stanno inseguendo. Il riferimento è a una leggenda che riguarda la vita stessa di Robert Johnson, secondo la quale egli avrebbe venduto l'anima al diavolo per diventare un grande musicista, ritrovandosi poi con questi cani alle calcagna che rivogliono indietro la sua anima. Nel libro questo tipo di situazione si riflette in maniera quasi analoga perché tutti i personaggi che parlano e raccontano, hanno in fondo qualcosa da pagare..."