Questa nuova edizione dei Canti leopardiani si caratterizza, nel ricco panorama editoriale, per tre elementi di rilievo: 1) fonde in una vasta Introduzione, che in realtà si presenta, pur con le adeguate articolazioni, come un vero e proprio libro sulla poesia del Recanatese, i vari ‟cappelli” che solitamente si premettono ai singoli componimenti; onde il lettore può qui davvero seguire - quasi condotto per mano - tutto il complesso svolgersi dell'itinerario creativo e compositivo dei Canti, dalla giovanile canzone All'Italia all'estrema Ginestra; 2) la stessa Introduzione, in una seconda e altrettanto ampia parte, mette a fuoco una questione poco affrontata dalla critica non specialistica: quella cioè della ‟lingua leopardiana”, del suo nascere e del suo svolgersi - e del suo originalissimo affermarsi - dal grembo della tradizione dantesca e petrarchesca; 3) l'accurata annotazione al testo nella quale non viene soltanto fornita la spiegazione del testo stesso, ma vengono registrate le diverse varianti, le fonti classiche, gli echi della precedente tradizione poetica, i richiami a particolari abbozzi o ad altri testi leopardiani