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Dialogo tra Silla ed Eucrate
di Montesquieu
“Le occasioni che producono i grandi cambiamenti sono diverse, ma le cause sono sempre le medesime.”
Roma e le sue vicissitudini studiate come caso esemplare di realtà socio-politica: il chiaro manifestarsi, nel corso della sua parabola, dei meccanismi della causalità storica consente infatti a Montesquieu di partire dal dato singolo per dar vita a una teorizzazione generale nel campo della filosofia politica. Pubblicate per la prima volta ad Amsterdam nel 1734, le Considerazioni rispecchiano la forma mentis che diventerà tipica dell’epoca dei Lumi: proprio come Cartesio e Newton avevano applicato ai fatti della natura il principio di causalità, così Montesquieu si sforza di fare altrettanto rispetto agli eventi storici, nella convinzione che, non mutando la natura umana, le stesse cause finiranno per produrre, oggi come ieri, conseguenze analoghe. Ed è proprio in ragione di ciò che quest’opera merita la massima attenzione da parte di chiunque sia interessato ai temi dell’autodeterminazione e del governo democratico. In chiusura di volume viene presentato il Dialogo tra Silla ed Eucrate, nel quale Montesquieu si concentra sulla figura di Silla, l’uomo che con le proprie azioni – e il ricorso deliberato alle liste di proscrizione allo scopo di sgomberare il campo dagli avversari politici – segna l’inizio della fine per la Roma repubblicana.