Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
di Etgar Keret
Trentatré racconti scritti nello stile scarno, disincantato, ironico e surreale tipico dell’autore, che sono trentatré metafore di un’ampia gamma di sentimenti umani, come rabbia, sete di vendetta, compassione, gelosia, amore e tristezza. I personaggi che popolano la narrativa di Keret hanno problemi di lavoro e relazionali in cui ci si può riconoscere. Vivono in un mondo in cui vige un progresso tecnologico che non risparmia da tragicomici malintesi ed equivoci disturbanti. Non tutti i racconti sono ambientati in Israele e il conflitto israelo-palestinese fa capolino solo in un paio: Le sigarette della salute e Fervore, in cui Keret accenna al tragico attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 nel contesto di una storia il cui candido protagonista cerca di cambiare la drammatica realtà grazie a una fervida preghiera e alla potenza della sua ingenua fede religiosa. Ma forse la realtà israeliana è percepibile nel senso di disperazione che pervade molti racconti e nella presenza costante della morte. Disperazione e morte che si avvertono e vivono ormai ogni giorno e che nessuna “correzione automatica” è in grado di dissipare o cancellare.
Da mesi primo in classifica in Israele, torna il grande maestro del racconto breve, con un libro molto divertente e profondamente umano.
“Etgar Keret è un grande scrittore, uno dei più interessanti oggi in circolazione. Confeziona ordigni di poche pagine che per semplificazione potremmo chiamare racconti, e poi li dispone in ordigni più grandi a cui mette un titolo in copertina, e che diventano così matrioske esplosive.” - Andrea Bajani, il manifesto
Etgar Keret (1967) è tra i più popolari autori israeliani contemporanei. I suoi libri, tradotti in quarantadue lingue, come i suoi film e le sue sceneggiature, gli sono valsi molti …