Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Al contempo saggio sulla storia, la filosofia, le tradizioni dell’arcipelago nipponico e vero e proprio diario di viaggio, Cronache giapponesi è tra i libri mitici di Nicolas Bouvier, viaggiatore, scrittore e fotografo svizzero francofono. La genesi degli antichi miti nazionali, la fondazione dello stato giapponese, i primi scambi con la Cina, la vita di corte a Kyoto, l’arrivo dei navigatori portoghesi e olandesi, fino alla Seconda guerra mondiale e all’occupazione americana, Bouvier va alla scoperta di una cultura millenaria, lontana, affascinante, e di un popolo che ha sempre saputo coltivare l’arte del compromesso. Ne percorre grandi tratti a piedi, come il suo amato Basho, vive tra le prostitute del quartiere Shinjuku di Tokyo, nei giardini profumati di pino di un tempio buddhista a Kyoto, visita la pittoresca Matsushima e la gelida Hokkaido, dove i nativi Ainù indossano i loro costumi tradizionali dalle nove alle cinque per essere fotografati dai turisti, felici per le macchine fotografiche, e poi tornano a casa per cambiarsi in abiti occidentali. Cerca i contadini, gli anziani, la musica e i rituali. E si avvicina con cautela a ciò che resta del buddhismo Zen. Bouvier cattura l’odore dell’aria, il colore di un viso, vive di attimi rubati, riflessioni, piccoli regali, occasioni e briciole.
“In questo elogio allo sbando, del tremore, del terremoto, dell’istante dilatato ed estremo, della perdita dei propri confini e radici, della ‘crisi’, c’è tutta la poesia e l’etica di Nicolas Bouvier, il mestiere insensato e generoso di scrivere per mostrare, oh quanto vanamente (la vanità della cosiddetta bellezza, la vanità stessa del vero), gli infiniti al-di-là che si aprono in questo mondo.” Beppe Sebaste
Nicolas Bouvier (1929-1998) è stato uno scrittore e fotografo svizzero, noto soprattutto per i suoi affascinanti libri di viaggio. La polvere del mondo è la sua opera più celebre e importante.