Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
di Herta Müller
“Emozionante, autentico… una favola nera con la vibrante intensità di un incubo.”
Lola viene trovata morta, impiccata in un armadio. Era arrivata dalla campagna rumena per studiare in città, in cerca di prospettive migliori e di un senso di comunità che non ha trovato. Perché, in città ancora più che nelle campagne, la lunga mano della dittatura si sente in ogni vicolo. Durante un’assemblea convocata per giudicare il suo caso, Lola viene estromessa post mortem dal Partito comunista per essersi tolta la vita. Ma nella Romania di Ceauşescu un suicidio spesso non è tale, pensano gli amici di Lola, che credono in altre parole, pronunciano altre parole rispetto a quelle proclamate dal regime. E così ripercorrono il suo cammino, tentano un’opposizione che non può avere altro esito che il fallimento e la sofferenza.
Nel suo romanzo più universale, il premio Nobel Herta Müller ci offre un organismo narrativo e poetico perfetto, e con la sua scrittura lirica e allucinata restituisce con dolorosa precisione le perversioni di un regime retto sulla menzogna.
Herta Müller è nata nel 1953 nel villaggio di lingua tedesca di Nitzkydorf, nel Banato rumeno, regione al confine tra Serbia, Romania e Ungheria. Dopo gli studi di Letteratura all’Università …