Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
“Che i denti si cambiassero mi era sembrato un segno felice: se una cosa non va si sostituisce”
Questo romanzo parla di denti. Di denti, sì: chiave nevrotica per interpretare se stessi e gli altri, la follia dei sentimenti e l’ingiustizia del dolore. Complici ironia e paradosso, la realtà passa attraverso un irresistibile filtro ortodontico, tramite il quale la scopriamo precaria e dolce come i denti da latte dell’infanzia, cruda e invasiva come i denti irremovibili della maturità, patetica e imbarazzante come i denti rotti dal lancio di un portacenere durante un litigio amoroso, forte come la chiostra di denti del rivale, umiliante e umiliata, come i denti esaminati, scalpellati e cavati da quella obliqua e infelice manifestazione degli “altri da noi” che sono i dentisti. Nessuno la racconta com’è, come dev’essere. Tanto meno i dentisti che – diceva Flaubert – sono tutti bugiardi. Ma – replica Starnone – non possiamo farne a meno; e forse sull’avventurosa strada delle nostre quotidiane esistenze ne troveremo infine uno più gentile, più a modo, più consapevole.
Domenico Starnone (Napoli, 1943) ha fatto l’insegnante e il redattore delle pagine culturali del ‟Manifesto”. Oltre a opere narrative, ha scritto molti libri sulla vita scolastica (da cui sono stati …