Il ritorno di Lorenzo Marone
Brontolone, cinico, pigro, bugiardo: è così che si potrebbe descrivere Cesare Annunziata. Come quella volta in cui, per attaccare bottone con la sua futura moglie, si era inventato di possedere...
Diario dell’anno del Nobel è l’ultimo dei quaderni di Lanzarote, quello relativo al 1998. Se ne conosceva l’esistenza perché Saramago lo aveva promesso ai suoi lettori nel 2001, ma se ne sono perse le tracce. Prima gli impegni, poi un cambio catartico di computer, e il sesto quaderno si è smarrito, seppellito in una macchina che nessuno usava più. Come racconta la moglie Pilar del Río nell’introduzione, ci sono voluti vent’anni e varie casualità “saramaghiane” perché questo testo venisse alla luce, ma forse ciò non è stato un male, certe riflessioni e confidenze dovevano aspettare.
I principali assi tematici sono la politica, i viaggi, la dimensione sociale dello scrittore e dell’intellettuale, e ancora la sfera più personale e la letteratura. Svetta il discorso proferito in occasione della consegna del Nobel, forse il punto più alto della sua esistenza, ma nel complesso questo quaderno restituisce al lettore una dimensione intima, a tratti perfino domestica, di Saramago, e risulta agevole e intrigante ricostruire i fili che uniscono uno all’altro, come in una fitta ragnatela, i temi che animano la scrittura di questo autentico genio della letteratura.
Ritrovato per caso dalla vedova di Saramago in uno dei computer di casa, l’ultimo quaderno di Lanzarote, il sesto, relativo al 1998.
José Saramago è nato nel 1922 ad Azinhaga, in Portogallo. Due anni dopo la sua nascita, la famiglia dello scrittore si trasferisce a Lisbona dove il padre lavora come poliziotto. …